il rapporto Svimez che fa paura

10 agosto 2015 di: Marcella Geraci

Un ritratto a fosche tinte, dove primeggiano le ombre sulle luci e dove l’immagine della Sicilia stride con la versione solare delle spiagge isolane d’agosto. È il Sud dell’ultimo rapporto Svimez, che ci dice quanto siamo simili alla Grecia. Questa volta, non per le antiche vestigia o gli scenari da sogno dei nostri paesaggi. Secondo i dati emersi dal rapporto dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, il Sud rischia un sottosviluppo permanente perché dal 2000 la sua crescita è stata la metà di quella della Grecia.

Una persona su tre è a rischio di povertà, mentre nel nord del Paese il rapporto è di una su dieci. Nella realtà descritta dalla Svimez, le nascite sono al minimo storico e la situazione occupazionale è al livello del 1977. Uno scenario meridionale nel quale la Sicilia sembra stare molto comoda. Tre persone su quattro guadagnano infatti meno di dodicimila euro l’anno e il 42% della popolazione è a rischio di povertà. Cosa significa? Un aumento di chi non può sostenere spese impreviste superiori agli ottocento euro e, soprattutto, permettersi un pasto con carne o pesce ogni due giorni. Nell’isola aumentano anche le persone che arrancano dietro a bollette e affitto, e il tasso di disoccupazione sfiora il 23%. I disoccupati ufficiali sono quasi 400.000 e sono oltre 600.000 le persone che vorrebbero lavorare ma sono stanche di cercare. Solo nell’ultimo anno, le imprese che hanno chiuso i battenti sono 4.000, ma se si considera il periodo compreso tra il 2007 fino ad oggi, il numero tocca quota 30.000.

All’interno di questo stagno economico e sociale, dove sopravvivere diventa sempre più difficile, il fenomeno della fuga dei cervelli si irrobustisce depauperando l’isola delle sue forze migliori. I giovani laureati che scappano nel centro nord e all’estero sono sempre di più e ben vengano e restino gli immigrati, alla faccia di tutti i razzismi e le ipocrisie. A questa tragedia statistica messa a fuoco dal rapporto Svimez corrisponde però la commedia della politica regionale, imbrigliata nelle trazzere e negli scandali telefonici.

Il ministro dello Sviluppo economico ha proposto un nuovo “Piano Marshall” da ottanta miliardi di euro per il Sud. L’ennesima, imponente somma di denaro da destinare soprattutto al potenziamento delle infrastrutture. Chi vive in Sicilia, e si ostina a rimanervi nonostante tutto, sa comunque che un cambio di rotta è doveroso, necessario, indispensabile. E per far girare la ruota all’incontrario, una trazzera che permette di recuperare sedici minuti non basta. Perché il ritardo dell’isola è strutturale, fatto di anni e anni.

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