quelli che vestivano alla marinara

27 agosto 2015 di: Fortunata Pace

Si è tanto detto degli Agnelli nel bene e forse un tantino nel male, ma a conti fatti pochissimo rispetto al comodo ruolo che da sempre – dai tempi del padre di Gianni e soprattutto della madre – hanno giocato in una Italia per loro davvero ultra comoda, ossequiente, disponibile. Una vita in ascesa, quella della famiglia legata a doppio spago al destino politico ed economico del paese. L’auto marchio italiano, le masse operaie, i cantieri e la grande mondanità, qualcosa la ricordiamo. Anche il fatto che le loro battute d’arresto, come i periodi di cassa integrazione negli stabilimenti Fiat, li abbiamo pagati noi con le nostre tasse, mentre ogni privilegio è poi stato recuperato dalla famiglia ben più in vista in Europa e nel mondo dei reali d’Inghilterra.

Gli Agnelli, eredi naturalmente con le loro storie, qualche gossip e il signor Marchionne a curare tutto di loro e ben poco di noi, tra qualche brandello di ciò che resta dal business americano, investono capitali ovunque conquistando potere e forza. Per fermarci all’ultima bella trovata, ecco acquistare il pacchetto azioni dell’Economist, che consentirà di orientare l’autorevole stampa inglese quanto e come sarà conveniente: quattrocentocinquanta milioni di euro – se non stiamo sbagliando calcolo – la cui metà o anche meno avrebbero salvato Termini Imerese e l’altra metà avrebbe rimesso e rinnovato altri stabilimenti in sofferenza. Ma perché avrebbero dovuto gli Agnelli, sui quali si scrivono libri, alcuni dei quali fuori dalle librerie – vedi “agnelli segreti” – fare qualcosa per l’Italia? Per loro questa nazione è comoda e permissiva, metà ottusa e metà stimolante, da quando la penultima generazione vestiva alla marinara, ciò che si è capito di lei è che i soldi fatti in Italia e con l’Italia possono volare all’estero e lasciare briciole o meno a una classe politica e a una società civile da sempre all’angolo. La prima perché ci marcia, l’altra perché non può marciare.

1 commento su questo articolo:

  1. Silvana F scrive:

    Articolo che mi piace molto che delinea un Italietta che potrebbe essere una grande Italia ma non lo è!

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