una lunga vacanza
Mi sono concessa una lunga vacanza dalla città, dagli impegni sociali, dagli appuntamenti cadenzati sulle iniziative culturali o politiche in cui tutte, chi più chi meno, siamo coinvolte in quanto parte attiva della società. Mi sono avvalsa della facoltà di non dover rispondere del mio tempo, I’m retired dopo tutto. Per quaranta giorni mi sono rifugiata sulla mia isoletta attrezzata di libri, computer, ipad, cellulare (ah, i supporti tecnologici quanto oramai condizionano la mia quotidianità!), radio ma niente televisione, di quella mi sono disintossicata senza rimpianti, calepino degli appunti, acquarelli, macchina fotografica e sguardo aperto e curioso sopra i mutevoli orizzonti di mare scogliere onde campagna rocce alberi cespugli cielo nuvole stelle. I tramonti come soggetto a parte, ogni sera uno spettacolo diverso.
Qualche dispiacere, le palme rosicate dal punteruolo, le rose appassite, le piante non attecchite, i fichi mai maturati, oggetti d’affetto disintegrati dall’umidità, qualche malinconia, parecchie strizze nell’anima per chi c’era e ora non più.
Giorni in completa solitudine e altri in compagnia di figlie generi nipoti e loro ospiti, lunghe nuotate quando smorzava la calura, passeggiate con il bassottino al guinzaglio, aperitivo al tramonto con buona musica dal vivo, incontri abbracci chiacchiere. Giornate molto uguali mai toccate da noia, assente la voglia di fare altro e di più, lo spettacolo del mare in movimento di per sé un bel diversivo.
In questa dimensione, i fatti del mondo arrivano attutiti, la consapevolezza di non poter agire, di non avere altri strumenti se non la partecipazione affettiva e, connessione permettendo, il commento sui social network o sul sito – che ha marciato bene nonostante difficoltà tecniche e assenze per ferie – assesta la prospettiva sulla linea dell’insularità, della separatezza dai luoghi dove si prendono le decisioni importanti sui destini del mondo. Io sono qui, altrove succedono cose orribili, violenze distruzioni guerre assassinii esodi biblici crolli in borsa disastri ambientali previsioni nerissime di un futuro molto ravvicinato, me ne dolgo ma c’è il vasto mare di mezzo che annacqua le reazioni.
In ogni caso, le buone notizie latitano. Leggo con piacere che dopo alcuni decenni l’amministrazione di Agrigento trova coraggio, fondi e ditte per eseguire le demolizioni di decine di ville sorte, abusivamente manco a dirlo, nel parco archeologico. Nella meravigliosa Valle dei Templi che, per numero di presenze turistiche tenendo in piedi da sola l’economia della zona, dovrebbe essere interesse comune tutelare e salvaguardare per la vita.
E invece no, insorti all’ultimo minuto problemi di non si sa quale natura burocratica, le ruspe si sono limitare a buttare giù un muretto di qualche metro e un ovile, poi basta. Le villone, insieme alle centinaia di ecomostri che imperversano al mare e ai monti della regione autonoma anche nell’autolesionismo, resteranno ancora sul posto accuratamente scelto perché bellissimo. Finché sanatorie edilizie o accordi sottobanco o giravolte di ambientalisti pentiti o resa totale di istituzioni sfiancate dai ricorsi, non le separino definitivamente dal rischio ruspa. Ho rivolto un pensiero anche alla mia città sfigurata da Grandi Opere che, per agevolare la circolazione, hanno stravolto assetti storici e complicato la vita ai più.
Sarà stato per questo, o per l’onda furiosa del mare che frantumava pure rabbia e indignazione, fatto sta che a lungo mi sono rifiutata di rientrare nei ranghi.
“lo spettacolo del mare in movimento di per sé un bel diversivo,”scrivi tu ed ecco che la nostra visuale estiva combacia, quaranta giorni con il mare negli occhi, nelle orecchie, ed il sito dato che noi due viviamo ogni anno la stessa esperienza,benché in posti diversi, si fa a volte leggero come la spuma di un mare calmo, a volte più profondo come è l’azzurro del mare oltre la costa. Poesie, racconti, storie giornaliere di follia o di saggezza anche quest’anno l’estate è quasi alle spalle!
beate voi che vi godete il mare così a lungo….