poche donne note sulle banconote
Liete che anche quest’anno il premio Nobel per la letteratura sia andato ad una donna, la bielorussa Svetlana Alexievich, rimane ancora molto da dire riguardo alla scarsa attenzione rivolta alle donne in vari campi, dominati tuttora quasi esclusivamente da presenze maschili. Ricordo che Mezzocielo si era già occupato di quanto la toponomastica delle strade trascuri di menzionare donne che si sono distinte nel mondo dell’arte, della cultura, della scienza o della politica.
Ebbene, alcuni giorni fa è apparso un interessante articolo sull’Avvenire “se banconota non fa rima con donna”, a firma di Paola Scarsi, che parla di come anche sulle banconote dei vari Paesi siano presenti personalità femminili sono in minima parte, tanto da costituire ancora quasi un’eccezione. Pare che ad essersene finalmente reso conto sia stato lo stesso Fondo monetario internazionale che, attraverso un editoriale pubblicato nell’ultimo numero della rivista Finance & Development, invita gli Stati a colmare questa colpevole carenza.
Non ritengo che questa sia una semplice concessione fatta al genere femminile, quanto un tardivo riconoscimento di quanto anch’esso abbia da sempre contribuito in modo sostanziale alla Storia ed alla Civiltà del genere umano, tanto da ben meritare la presenza sulle varie divise monetarie che rappresentano in modo ufficiale i vari Stati a livello interno ed internazionale.
Tutti ricordiamo con affetto, caso pressoché unico nell’Italia del secolo scorso, quello di Maria Montessori (nota pedagogista ma anche prima donna a laurearsi in Medicina dopo l’unita d’Italia) effigiata sui biglietti da mille lire, accanto a personaggi del calibro di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello Sanzio, Cristoforo Colombo, Giuseppe Verdi ecc.
Negli Stati Uniti sui biglietti verdi da un dollaro sono stati raffigurati, ininterrottamente dal 1861, i volti dei presidenti ad eccezione di un’unica donna: Martha Washington, ma solo in qualità di “moglie” di George Washington. In Inghilterra invece, come negli Stati del Commonwealth, impera incontrastata da più di cinquant’anni la regina Elisabetta la cui effigie sulle sterline risale al 1960. Altri rari esempi sono quelli di Evita Peron in Argentina, la presidente Corazon Aquino nelle Filippine e l’artista Frida Kahlo in Messico.
Madame Marie Curie, nata in Polonia e vissuta in Francia con il marito Pierre, prima donna ad aver vinto un Nobel (nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica) è probabilmente l’unica la cui effigie sia stata stampata sulle banconote di due Stati differenti: sugli zloty polacchi quanto sui franchi francesi.
La Svezia sembra aver accolto per prima la sollecitazione proveniente dal Fmi, tanto che la Riksbank sta mettendo in circolazione ben tre banconote su sei che onorano altrettanti personalità femminili: Astrid Lindgren, la famosa autrice di libri per l’infanzia e creatrice di Pippi Calzelunghe, la “divina” Greta Garbo e la soprano Birgit Nilsson.
poche donne sulle banconote: è vero
troppe donne in copertina: è vero anche questo
le prime hanno un aspetto austero, sobrio e importante
le seconde hanno un aspetto frivolo, leggero e, a volte discinto
come mai? chi permette tutto ciò?
noi, anche noi donne, non sempre attente osservatrici come Silvia
poche donne note, ossia conosciute, di fama
troppe donne non note che meriterebbero di essere ricordate per ciò che hanno lasciato di importante nel loro percorso di vita, stimate da tutti, con un’ottima reputazione
tutto quello che le donne fanno, quotidianamente, passa spesso inosservato e viene considerato “dovuto”
e quando, ogni tanto, un uomo si fa notare, viene considerato degno di ammirazione e di gratificazione
la nostra società continua a far crescere negli uomini la considerazione di se stessi, a far provare loro intima soddisfazione
come se fossero dei bambini da incoraggiare
sesso forte: mix di forza fisica e autorità…di fatto discutibile