alla ricerca della realtà
È un lungo percorso, ad ostacoli: riuscire ad individuare chi è incline ad interrogarsi e chi, no. Spesso chi si interroga, ha ben chiaro che deve abbandonare la certezza, le certezze. Chi si interroga è nella ricerca continua, è movimento perpetuo. Si nasce inquieti. Si può divenire irrequieti ma, non sono sinonimi e possono essere complementari.
L’inquietudine ha radici interiori. L’irrequietezza: esteriori. A volte possono coincidere. A volte, no.
Ecco una ragione della mia inquietudine: le persone non si interrogano. E tutte le volte che spingevo in quella direzione, le stesse mi trovavano irritante ed anche molesta. Insistevo e non dovevo. Non potevo pretendere nulla. Non dovevo pretendere nulla.
Mi sono fermata. È stata la mia liberazione. Mi confronto solo con persone che sono inclini ad interrogarsi. Le altre non ci sono più nel mio orizzonte.
Un’altra causa di inquietudine: troppe persone che spacciano e si spacciano per. Irritanti, questi sì. Quante persone spacciano le loro verità per verità assolute? Le loro credenze, i loro pregiudizi, le loro illusioni, per verità assolute?
Nessuna tolleranza per chi imbroglia, per chi altera la realtà, per chi crede di poter pilotare i pensieri altrui come se l’altra persona fosse un oggetto e non un soggetto pensante, autonomo ed indipendente.
Sono finalmente e completamente libera.
E continuo a coltivare la mia inquietudine; sono sempre alla ricerca di ciò che è la realtà e non alla ricerca della verità.
La verità è soggettiva, può corrispondere alla realtà e, per questo, è discutibile e si può non accettare…
La realtà è oggettiva, si guarda in faccia e, per questo, non si discute e si deve accettare
La scienza ha riconosciuto che siamo immersi in un universo plasmabile dove ogni cosa e fenomeno dagli atomi alle cellule e alle galassie, cambia per adeguarsi alle nostre credenze. Ne consegue che il nostro unico limite è rappresentato dal modo in cui ognuno di noi concepisce e percepisce se stesso nell’universo di cui è co-creatore.
Gregg Braden
Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo.
Massimo Gramellini
Tratta da “Fai bei sogni” (2012)