il mondo sommerso dai rifiuti

18 dicembre 2015 di: Giovanna Sciacca

Qualche giorno fa a Villa Butera a Bagheria (Pa) è stato proiettato il docufilm Trashed, già presentato a Cannes (2012) e a Taormina (2015), frutto dell’impegno di Bradye Candida, che ci impone una seria riflessione sulla drammaticità della situazione mondiale in ordine all’inquinamento derivante dalla pessima gestione dei rifiuti.

Il premio Oscar Jeremy Irons,  nei panni di un viaggiatore-detective, accompagna lo spettatore attraverso un aberrante mondo di rifiuti, parallelo e sovrapposto al mondo così come crediamo che sia o, comunque, come ci viene rappresentato da un certo tipo di documentaristica convenzionale e patinata:  tutto bello,  lindo e pinto.  La realtà, purtroppo è ben diversa,  il film ci aiuta a prendere coscienza di un mondo ormai sull’orlo del disastro ecologico di cui l’uomo è al contempo artefice e vittima.

Le immagini shock di luoghi come i ghiacciai del polo, le foreste, gli oceani che nell’immaginario collettivo incarnavano l’illusorio concetto di oasi incontaminate, ci rivelano realtà altamente inquinate. Pressocché inascoltati sono rimasti finora gli appelli delle associazioni ambientaliste e le campagne di sensibilizzazione, come la Giornata mondiale della Terra indetta ogni 22 aprile.  Miliardi di tonnellate di rifiuti ogni anno vengono irresponsabilmente sparsi per il globo; non solo i paesi industrializzati, ma più o meno tutte le nazioni sono sopraffatte dai rifiuti.

I paesi in via di sviluppo, infatti, non ne sono esenti, anzi spesso sono tra i luoghi maggiormente inquinati in quanto adibiti,  da parte dei cosiddetti paesi evoluti,  a grandi pattumiere dove riversare ogni sorta di rifiuti solidi e liquidi, tossici e non biodegradabili, con gravi ripercussioni per l’equilibrio dell’intero ecosistema.

Anche l’ecosistema marino è gravemente compromesso poiché il luogo più abusato per depositare rifiuti sembra, purtroppo, essere il mare. Alcune aree degli oceani soggette a particolari correnti marine sono ormai costellate da estese “isole” di detriti.  Un caso eclatante è diventato il Pacific Trash Vortex, un accumulo di rifiuti di proporzioni abnormi, tanto da essere paragonato ad un nuovo continente che, in quanto tale, ha meritato di recente una vera e propria spedizione esplorativa guidata dallo scienziato Patrik Deixonne, con l’obiettivo di definirne la mappatura!

Con l’evoluzione della società in senso industriale, recentemente,  con la produzione di apparecchiature elettroniche e l’uso di sostanze chimiche e plastiche e in in assenza di una lungimirante strategia orientata realmente al bene comune, i rifiuti sono diventati sempre meno biodegradabili, più ingombranti e difficili da smaltir, nonché fonte di seri rischi per la catena alimenatre.

I dati statistici anche in Italia rivelano una situazione allarmante specie al sud dove,  più che altrove, ad istituzioni inefficienti quando non corrotte ed alla scarsa sensibilità civica (salvo le poche eccezioni di alcuni comuni “virtuosi”), si somma la morsa soffocante delle ecomafie che non si lasciano certo sfuggire la ghiotta pietanza.

Appare sicuramente arduo combattere efficacemente le ecomafie, finché queste potranno giovarsi del consolidato sistema scellerato delle inefficienze perpetuate da intere generazioni di amministratori corrotti e collusi, ai quali si deve l’ingente peso dell’impegno finanziario pubblico nel settore dei rifiuti, a fronte di risultati vergognosamente deludenti, nonostante i clamori sollevati frequentemente dai media in occasione di situazioni particolarmente eclatanti come il ‘caso Napoli’.

L’ISWA (International Solid Waste Association) ha stimato in 4 miliardi di tonnellate annue i rifiuti prodotti nel mondo, di cui il 50% è costituito da RSU (rifiuti solidi urbani) ed il rimanente da RUP (rifiuti urbani pericolosi), rifiuti speciali come i materiali di scarto delle attività produttive dell’uomo.  Quantitativi destinati ad aumentare vertiginosamente a fronte di una assoluta carenza dei sistemi di raccolta, gestione e smaltimento.

Gli attuali strumenti normativi vanno sicuramente affinati e meglio mirati, poiché questa lotta va combattuta contemporaneamente su più fronti, a cominciare dal potenziamento della raccolta differenziata che consente di sfruttare al massimo il potenziale riciclabile dei rifiuti e, al contempo, di ridurre la massa da conferire in discarica. Indifferibile rimane, comunque, la necessità di limitare drasticamente, a monte, la quantità di rifiuti prodotti, eliminando gli sprechi e frenando per quanto possibile il vertiginoso trend della nostra epoca: il dictat consumistico dell’usa e getta che si può efficacemente contrastare solo con il coinvolgimento e la condivisione di responsabilità di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, ciascuno per la propria parte, compresi i produttori che dal canto loro potrebbero contribuire rinunciando agli imballaggi superflui in favore di confezioni essenziali e sobrie.

Il problema riveste un evidente carattere planetario e nessun paese può considerarsene immune, sia esso produttore/esportatore di rifiuti, sia quale potenziale ricettacolo più o meno incolpevole. Intuìto e profetizzato inutilmente già da tanto tempo, solo di recente una più estesa presa di coscienza ha dettato la cifra della reale dimensione del fenomeno e dell’urgenza di correre ai ripari.

Mostrando l’entità dell’inquinamento del nostro pianeta, a causa della mole di rifiuti non più degradabili con i naturali ritmi compatibili con l’ecosistema, il film intende contribuire alla sensibilizzazione verso il problema, un ulteriore campanello d’allarme per scuotere le coscienze ad agire in tempo per evitare di dovere intonare a breve il de profundis al pianeta terra così come lo conosciamo, per evitare di correre con tutti i suoi abitanti incontro ad una fine ingloriosa, sommerso dal pattume.

1 commento su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    preghiera per la nostra terra
    …o Dio dei poveri aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi.
    Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
    affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione….
    papa Francesco

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement