elogio delle inviate della piazza televisiva

27 gennaio 2016 di: Fortunata Pace

Sono così incalzanti le situazioni minute o globali a fianco della nostra vita, tante le notizie scompaginate o insistenti che ci avvolgono da ogni parte, che ti viene voglia di smettere ogni tua intrusione. Anche se stai in mezzo, presente, insidiata da molteplici situazioni e sofferenze e sempre più maledettamente consapevole che puoi farci ben poco. E lasci che ne parlino gli altri, soprattutto in tv se il tuo ipad non te lo vuoi rigirare sempre tra le mani. Piena zeppa, ripetitiva e fatta di veri e propri lunghissimi rodeo verbali, la tv. Tranne eccezioni dovute – e perché no, ci fa piacere – alle donne. Si chiamino Lilli o Lucia, tengano banco in mattinata o nel primo pomeriggio come accade a La7, le giornaliste sono brave davvero, con una immediatezza e un potere di sintesi che possiedono e con cui riescono a trattenere il telespettatore.

É giusto che, come si può notare, il teleschermo di attualità in parte lo seguiamo ma una parola di vero elogio va alle inviate o alle dirette collaboratrici che ad Agorà, per fare un esempio, intrecciano i fili di un tema sempre ottimamente sviluppato dal suo conduttore. Stiamo omettendo nomi e cognomi, tranne una piccola eccezione sui nomi propri di due giornaliste che hanno già una bella storia alle spalle, ma a conti fatti sembra che ci muoviamo solo tra due canali. Quello già citato e Raitre. Infatti ognuno di noi fa i suoi abituali clic sul telecomando, proprio lì. Ma ciò non vuol dire che la bravura e la capacità di aprire, come per Agorà, una piazza viva e intrigante di incontri e eventi non la si possa fare altrove. Noi però già abbiamo quella giusta per il caffè del mattino.

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