la piazza contro le unioni civili
Dunque scontro in piazza in nome di una famiglia canonica che una massa di partecipanti non si limita a volerla, a sceglierla solo per sé, ma vuole assicurarsi che sia così per tutti. Ora, anche ad ammettere che le regole se rispettate garantiscono un quadro esterno di insieme senza scosse o turbamenti, non tenere conto dei tempi mutati, delle tante regole inadeguate, delle esigenze chiare e comprovate e di un diritto che non è più in grado di rispondere, appare francamente uno spreco di tempo e di energia che non fa bene a nessuno. Se le coppie omosessuali hanno necessità di un certificato di matrimonio (al quale, a pensarci bene, molte coppie eterosessuali hanno rinunciato) è proprio tempo di chiudere la vicenda e consentire i fiorellini e l’anello al dito a due donne o a due uomini. Avranno, da coniugi, diritti e forse pesi che tuttavia mettono ordine economico e umano nel loro ménage.
Si sbrighi dunque il Parlamento e vada presto oltre coi problemi che fuor dal “genere” interessano tutti, ma su un aspetto non c’è quiete: i figli. Non siamo addetti ai lavori e non sappiamo se l’adozione riguardi un minore che ha un solo genitore. Se così fosse e il padre o la madre danno luogo a una unione omosessuale, forse per il minore diviene utile e agevole conquistare, con l’adozione, protezione o benessere maggiori. Come sempre la vicenda prende contorno di volta in volta e il minore si ritroverà meno disturbato di quanto la famiglia tradizionale ritenga, rivendicando il passato.
Dovrebbe sapere che già il minore, oramai a sua volta maggiore e genitore, probabilmente di famiglia ne ha avuto un paio e di genitori precari ha potuto avere cognizione. Nulla da obiettare verso la famiglia-tipo; se non è di facciata ha tutta la nostra ammirazione, ma la salvezza di un minore non è detto sia assicurata. Il minore ha bisogno di affetto, comprensione, intelligenza da parte di chi vive con lui; ha bisogno di non essere trascinato, coinvolto, strumentalizzato come avviene più volte tra due genitori-tipo, sia che vivano insieme sia che divorzino. Una situazione che oggi ci appare strana, può non esserlo domani. Ma uno sguardo lungo all’indietro e poi in avanti, davvero non riusciamo a darlo senza guidare gli uni contro gli altri da un palchetto che ci fa credere giudici?
Apprezzo molto articoli come questo che riescono ad essere così equilibrati su argomenti che dividono le piazze su contrapposte posizioni. Mi auguro che la discussione parlamentare sulle unioni civili prosegua con la necessaria lungimiranza auspicata da Fortunata, ragionando con la testa ed il cuore e non con la pancia, per il bene della società e delle generazioni presenti e future.