Latina, moglie a processo per maltrattamenti: benvenuti nel Medioevo da “Il Fatto Quotidiano” del 04.02.16
…Insomma se la donna, non può separarsi, potrebbe decidere a modo suo. Ed ecco il perchè dei titoloni di oggi su tutti i quotidiani. Una donna rinviata a giudizio a Sonnino, paesino che dista pochi chilometri da Latina, città in cui io abito, perché non lava e stira le camicie del marito. Siamo a questo. La donna, una quarantenne, è stata denunciata ai carabinieri dal marito, di sette anni più grande di lei, che ha sostenuto di essere stato per oltre due anni insultato da lei, non servito e riverito come vuole la prassi familiare, e costretto a vivere in una casa poco linda. E lei, rinviata a giudizio per maltrattamenti, rischia dai due ai sei anni di carcere.
La conquista delle Pari Opportunità, i cortei delle femministe per reclamare pari diritti e identico rispetto….zacchete…, improvvisamente “tutto al macero”. Qualcuno a sentir parlare di femministe potrebbe storcere la bocca. Allora risentiamo quello che c’è stato letto il giorno del “si”, davanti al prete o al sindaco.
Rileggiamo l’art. 143, che dice: ” Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia”. Collaborazione, interesse reciproco, assistenza, parole sante, funzionanti però solo dove regna l’armonia. Ma se questa si rompe a causa di mariti-padroni, tutto va al diavolo, anche se si è rispettato l’ormai desueto andante …moglie e buoi dei paese tuoi.