le sfide politiche viste in tv
Una vera chicca. Parliamo della puntata di “otto e mezzo” di martedì sera. Non pareva vero: tre giornalisti tre, compresa s’intende l’ottima padrona di casa Lilli Gruber, noti per la loro sagacia e il loro cogliere senza mezzi termini ogni possibile fragilità dell’ospite di turno: erano in studio Pietrangelo Buttafuoco e in collegamento Andrea Scanzi, a fare quasi la ruota ad Alfio Marchini.
Per carità, nulla da eccepire, davvero bello, elegante, chioma tradizional-moderna perfetta, sorriso a quattro denti in più forse rispetto alla naturale dotazione, e soprattutto inclinazioni a calcoli matematici di sorprendente effetto riguardanti smaltimento rifiuti, raccolta differenziata sì o no (forse no, ci è parso di capire) costo sacchetti di plastica e altro, e tossicità assortite.
Nessuna obiezione, qualche affettuoso incoraggiamento, e però il candidato sindaco di una Roma che lui come consigliere comunale ha istituzionalmente saggiata, le formule risolutive le aveva tutte a portata di mano. Le leggi poi, grazie al cielo non gli sfuggivano, con numeri e comma di riferimento e a nostro conforto l’affascinante ingegnere, che può considerarsi una soluzione per destra, sinistra, centro e se i cinque stelle volessero potrebbero indicarla come loro sesta stella, ha fatto una apoteosi della politica come tale, cui ogni cittadino dovrebbe tendere inglobandola nel proprio calendario di vita, che davvero ci ha fatto capire un paio di cose. In fondo rassicuranti. O c’era un retrò di vaga ironia negli occhi azzurri della conduttrice?
Comunque, noi non votiamo a Roma ma in quanto “italiani di Sicilia” abbiamo a cuore la capitale e altrettanto Milano. Se lì vanno bene le cose, anche per noi sarà meglio, così come se da noi andassero male, sarà proprio da sciocchi per loro credere di potersi fare più in là. Perciò, se Marchini è una risorsa, un quasi attore del cinema in tempo di Giubileo, ben venga!