Identità vo’ cercando …

22 marzo 2016 di: simona mafai, 22 marzo

Tra i tanti commenti ai drammatici eventi verificatisi in Belgio, segnalo quello di una donna italiana, ormai cittadina  belga,  divenuta “assessore all’immigrazione” nel troppo noto quartiere Molenbek di Bruxelles. E’  Annalisa Gadalena,  44 anni, di origine pugliese.

Ecco le sue parole: “I ragazzi qui non si sentono belgi al cento per cento, e neppure marocchini o del paese d’origine: per questo vanno disperatamente alla ricerca di una identità” .

Un amico francese  mi scrive: ”Devo riconoscere che la Francia si è dimostrata impotente ad integrare i rifugiati”.

Costruzione della propria identità, attraverso  il passato ma anche attraverso le esperienze del presente. Identità ricordando lo ieri, ma  insieme scoprendo l’ oggi, e immaginando  il futuro. Identità  non è immobilismo e rimpianto,  ma movimento e scoperta. .Mi domando:: “ I  profughi che a centinaia di migliaia stanno arrivando in Europa,  una volta materialmente inseriti nei nostri paesi, andranno anch’essi  (e i loro figli e figlie) alla ricerca di una qualche identità perduta,  contestatrice del luogo dove si trovano? O arricchiranno questo luogo, creandosi una identità nuova e modificando in parte  anche quella che si sono  trovati attorno?

Un intellettuale franco-algerino, Kamel Daoud, ha scritto (dopo i fatti di Colonia):  “Ciò ci pone di fronte al problema dei <valori> da condividere, imporre, difendere e far capire. Ciò pone il problema del dopo-accoglienza: una responsabilità di cui dobbiamo farci carico.”.

Il “DOPO ACCOGLIENZA” impegnativo quanto, e forse più, dell’accoglienza stessa.

Nella speranza che nativi italiani, austriaci, ecc. ed immigrati siriani, somali,pakistani ecc. possano un giorno TUTTI  riconoscersi nella identità EUROPEA.

1 commento su questo articolo:

  1. Rosanna Pirajno scrive:

    L’integrazione è materia scivolosa, non si sa bene come affrontarla e io mi figuro in Europa scenari urbani di gente infelice: esasperati arrabbiati livorosi i nativi che si sentono invasi da popolazioni straniere con cui non riescono a dialogare;
    sradicati incattiviti spaesati i rifugiati che hanno raggiunto la pace, ma non gli è sufficiente e reagiscono o con indifferenza o con odio e violenza.
    Spero di sbagliarmi.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement