soli è difficile, ma insieme si può
Interessante il seminario a cui ho partecipato dal 21 al 23 aprile a Roma, promosso dall’Associazione Spaziottagoni live, dal titolo “L’epoca dello sradicamento. Terrorismo, finanza, immigrazione”, con filosofi ed economisti di alto profilo quali Diego Fusaro, Alberto Bagnai e Claudio Tuozzolo oltre a Paolo Ercolani, Orsola Goisis e Gabriele Morleo. Obiettivo del seminario è stato quello di affrontare, con taglio critico, le grandi questioni e le pressanti sfide del nostro tempo: a partire dalla crisi finanziaria e dal dramma dell’immigrazione.
Il quadro sociale che è emerso dall’intersezione delle varie relazioni, è abbastanza agghiacciante in quanto caratterizzato dalla violenza esercitata da una oligarchia che pone al centro il dio Denaro e il dio Mercato invece che la dignità della persona umana. Il prof. Fusaro infatti sostiene che non è vero che dall’89, dalla caduta del muro di Berlino, sia terminata la lotta di classe. Oggi piuttosto di può parlare di Rotta di classe. Usando il linguaggio hegeliano infatti, mentre prima esisteva un conflitto esplicito tra il Signore (il Padrone i cui interessi erano difesi dalla destra) e il servo (il lavoratore i cui diritti erano difesi dalla sinistra), oggi, nell’era della globalizzazione, lo scontro non è visibile perché domina incontrastato il Signore: di chi si tratta? Mentre il motto di Marx era: proletari di tutti i paesi, unitevi! oggi assistiamo all’unione dei potenti del mondo, una élite, un’oligarchia che tende a difendere i suoi interessi economico-finanziari distruggendo senza pietà tutto quello che può ostacolare il libero scambio delle merci nel mercato globale; quindi si scaglia contro lo Stato, contro l’etica, la morale, la borghesia, contro la religione, la famiglia e gli Stati non allineati con le politiche neoliberiste.
La classe che subisce passivamente, un tempo detta proletariato oggi si può definire Precariato. A questo appartengono tutti i disoccupati, precari, pensionati, la classe medio-borghese e anche gli immigrati. Ma essendo un insieme frammentato, non consapevole del nemico invisibile, difficilmente si compatta per lottare verso l’apice, ma piuttosto scatena una guerra tra gli ultimi, tra i deboli ed i disagiati in maniera orizzontale. Individui resi atomi inconsapevoli senza radici e senza patria, flessibili. Si parla quindi di sradicamento sia del capitale che degli esseri umani, di società liquida. Basta un click per spostare il capitale da un paese all’altro in modo da trarre più profitto e gli esseri umani devono essere dotati della stessa mobilità immediata; privi quindi di coscienza, vittime di guerre a volte indotte proprio per far spostare le masse, nuovi schiavi non prelevati sul posto ma indotti a scappare per lavorare a basso costo.
L’obiettivo non è l’integrazione dei migranti in un sistema che è talmente malato e frammentato che non potrebbe accogliere dignitosamente nessuno, non è innalzare la qualità della vita dei migranti, ma è abbassare lo stile di vita dei non migranti al rango di migranti sottopagati e resi, appunto, migranti! parola che differisce da emigrante ed immigrato perché leva la speranza di mettere radici per sempre nel posto in cui si arriva. C’è un’analogia tra trattato di Maastricht e trattato di Schengen della Ue; il primo vuole la mobilità dei capitali, il secondo delle persone per rispondere all’esigenze del capitale. L’Unione Europea, costruita su queste basi, non può risolvere i problemi sociali, e il bombardamento di informazioni accecante distoglie l’attenzione della popolazione che non individua più chi è il nemico. Nasce pertanto un senso di antipolitica perché il progetto neoliberista prevede un’economia dominante e spoliticizzata, anzi la politica deve essere asservita al Dio Denaro, quindi non riesce più a rispondere all’esigenza degli esseri umani in cerca di stabilità e lavoro; nasce un disagio esistenziale che il Signore vuole attribuire all’incapacità individuale invece che a un gioco di forze scorretto. La Bce non dovrebbe essere, così come invece è, indipendente dagli Stati nazionali, vedi i trattati di Maastricht e Lisbona.
Continuando così quale sarà il nostro destino? Se non si diffonde una coscienza su chi è il nemico, spesso cercato nelle amministrazioni locali anch’esse vittime di tagli di risorse da parte di Stato e Regione a causa dell’austerità imposta dalle politiche europee, non si potrà mai vincere. Ma se invece si raggiunge una massa critica di cittadini consapevoli, potrebbe crearsi una rappresentanza politica che ne difende i diritti sociali legati al lavoro oltre che quelli civili. E insieme si potrebbe sognare un nuovo mondo ed una nuova Unione europea, considerando che l’attuale unita solo dall’euro ha tradito ogni sogno di solidarietà tra i popoli.
Se anche questo non sarà possibile in quanto la Troika non permette di governare a chi non è allineato col sistema, non rimane che sperare in un risveglio interiore dell’individuo, in modo che più individui insieme possano riorganizzare la società su un nuovo modello, basato sullo sviluppo dei singoli talenti e delle professionalità che non traggano gioia dal profitto quanto dalla qualità della vita, in un libero scambio di amore e solidarietà all’interno di piccole comunità, invece che di merci nel mercato globale. E’ importante, nonostante questo quadro attuale così violento e cinico, non perdere mai la speranza e non smettere mai di sognare. Soli è difficile ma insieme si può.