due perle tra mille

20 maggio 2016 di: Carlotta Bertini

Siamo una terra fortunata, viviamo circondati dalla bellezza. Immersi in un pentolone quotidiano di brodaglie condite dai soliti reati, il nostro occhio è ripagato dalle meraviglie che il Paese ci regala, con semplicità, naturalmente, senza sforzo.

L’Italia è bellissima. Siamo talmente ricchi di meraviglie da guadagnarci l’invidia del mondo. Tanto abbiamo che ce n’è di troppo, come racconta Rita Annaloro in “Vendere souvenir autentici, perché no?”. Il nostro governo, ancora memore della famosa citazione «con la cultura non si mangia», non è in grado di restituire l’antica gloria a moltissimi pezzetti della nostra storia. Per buona sorte esistono associazioni ambientaliste e alcuni Comuni e Regioni che decidono di ristrutturare edifici di grande valore. Grazie a loro, e ai tecnici che vi hanno speso le proprie competenze, due siti hanno ripreso vita: la Villa Reale di Monza e la Scuola Grande della Misericordia a Venezia.

Nota la prima per accogliere mostre importanti – La flagellazione di Cristo del Caravaggio, appena conclusa – la Reggia, datata 1771, fu eretta dall’arciduca Federico d’Asburgo che la usò come residenza di campagna fino all’arrivo delle armate napoleoniche, è opera dell’architetto Piermarini e vanta il più grande parco cintato d’Europa, nato nel 1806 per volontà dell’Imperatore Napoleone e della madre Giuseppina Bonaparte. Più grande di Versailles, si estende per 700 ettari con un muro di recinzione lungo 14 Km. Nel 2003 partono i lavori di restauro, che si concludono ai piani nobili nel 2008: affreschi parietali, soffitti, stucchi, dorature, boiserie, porte, pavimenti, eseguiti in epoca napoleonica con legni pregiati a disegni meravigliosi, tra cui una stupenda testa di Medusa presumibilmente a firma del celebre ebanista Giuseppe Maggiolini. Pareti tappezzate di damaschi cremisi e fiordaliso, alcune rinnovate con sete che ricalcano le originali. Ogni stanza un tema, gli appartamenti Reali, il teatrino di Corte, la Cappella Reale, il salone da ballo, l’armeria e la biblioteca rivestite in mogano, il bagno del Re e il boudoir della Regina, bellissimi. Non di meno le soffitte, alloggi per il personale di servizio, rivivono con risultati scenografici di grande effetto, sia nello studio ex novo che nella conservazione delle antiche trabeazioni.

Chicca finale i giardini, che si estendono su un’area di 40 ettari e sono caratterizzati da una natura apparentemente spontanea ma in realtà corrispondente a un preciso progetto d’insieme voluto da Piermarini. Nacquero a fine settecento come uno dei primi esempi nel nord Italia di giardino “all’Inglese” e sono dotati di piante ed essenze di pregio e rare.

La Scuola Grande della Misericordia a Venezia – La palestra più bella del mondo.

Tornata a vivere dopo quasi un trentennio di chiusura e degrado, è un grande esempio di architettura rinascimentale per lo più sconosciuto ai turisti. Il grande portone ligneo della cinquecentesca Sansoviniana Scuola Grande riapre ai veneziani e al mondo i battenti. Inaugurata nel 1584 dal Doge Niccolò da Ponte, affrescata da allievi della scuola di Veronese, riprende l’antico splendore con il recupero dei marmi e delle pietre, il restauro della magnifica sfilata di colonne binate, il nuovo pavimento, una lastra di acciaio brunito da sei millimetri, così attuale e così bello da integrarsi perfettamente con l’antico studio degli spazi e dei colori scelti dal grande architetto. Godere di questo ampio respiro è come danzare a ritmo di valzer. Gli affreschi del piano superiore, monumentali nelle figure e allo stesso tempo delicati nei toni ocra, dettano emozioni particolari. La fabrica ricalca lo schema basilicale romano mantenendo però il modello delle scuole veneziane di devozione. Riconosciute come massime istituzioni sociali, politiche e religiose della Serenissima insieme alla scuola di San Rocco, San Marco e altre cinque, costituivano le sette Scuole Grandi della Repubblica. Dall’inizio del XIX secolo, la Misericordia ebbe diverse destinazioni ed usi

umilianti: alloggio militare, magazzino, Archivio di Stato. Dal 1914 in poi fino al 1991 fu adibita a luogo per attività pedagogiche e sportive. Nel primo piano dell’edificio si giocava a basket, il pubblico si godeva la partita vicino ai finestroni e a pochi centimetri dagli affreschi. Ospiterà ora eventi e sarà location esclusiva per progetti culturali polivalenti, come lo fu in passato ma per un diverso e altro “sentire”.

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