austerità in Rai

3 giugno 2016 di: Daria D’Angelo

Niente più abiti fascianti, niente tubini, rigorosamente banditi quelli di colore nero. Sono troppo sexy per la tv di Stato. Sarebbe questo il decalogo dettato da Daria Bignardi, neo direttrice di Rai3, alle conduttrici che devono andare in onda.

Per quanto riguarda gli uomini c’è poco da obiettare, completo classico (gessato e non) con camicia e cravatta di “buon gusto”, ma le donne devono prestare più attenzione, anche ai dettagli. Sugli orecchini la Bignardi è stata lapidaria: al bando quelli vistosi. Bandito anche il tacco 12. E pure sul trucco non si può uscire dal seminato. L’ordine della Bignardi è perentorio: trucco leggero. Sono consigliati: camicetta sobria, scollature minime, gonna o pantalone e tacco rigorosamente basso. Con un problema: se si vestono tutte uguali, o quasi, come si trasformerà Rai3? Eppure, come non ricordare, oltre alle mise eleganti e discrete, le maliziose inquadrature ai tacchi a stiletto di Daria Bignardi, ai tempi delle Invasioni Barbariche?

Resta il fatto che scegliere l’abito, l’acconciatura e il trucco con i quali porgere una notizia o condurre un programma è un lavoro molto più complicato di quanto si pensi, perché la televisione amplifica tutto. Andare in video dà notorietà ma può anche stritolarti l’immagine o renderti una macchietta.

In attesa di vedere se e come evolveranno i programmi Rai e lo stile di giornalisti e conduttori, non ci resta che aspettare per vedere se i contenuti saranno comunque all’altezza delle camicette. Permane, solo, un po’ di timore per Milena Gabanelli che è sempre sobrissima, però ha un debole per i pantaloni aderenti, le braccia scoperte e ogni tanto si concede un tubino e qualche colore acceso. Il suo stile non distrae certo dai contenuti, anzi, aiuta a non deprimersi troppo ascoltando e guardando le tante notizie inquietanti che la trasmissione Report svela. C’è gente che, pur adorando la Gabanelli, a volte cambia canale per non terminare la domenica sera nello sconforto. Se poi a Milena mettessero un saio, che cosa faremmo prima di andare a dormire, a che livello arriverebbe la nostra tristezza?

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