Dalla Clinton alla Raggi, le donne ai vertici politici sono meglio “purchessia”? da “Il Fatto Quotidiano” del 09.06.16
…Ma ci può essere molto ancora da giocare in senso costruttivo: dando credito, incalzando e polemizzando in modo positivo con le ambizioni delle sorelle minori (o delle figlie) è possibile riattivare quell’onda. Abbiamo, per decenni, dato credito alla politica maschile senza pretendere che questa ci corrispondesse al 100%: perché reclamare assoluta consonanza, oggi, dalle donne che stanno provando a entrare nei palazzi del potere?
Se consideriamo lo spettro caleidoscopico di saperi e di eredità che il pensiero femminista ha costruito fin qui come la dote che mettiamo a disposizione delle figlie e delle sorelle minori possiamo guardare alle donne che scelgono di provare ad accedere ai luoghi di potere come a delle interlocutrici interessanti: non tutte, certo, perché molte di loro non hanno intenzione di cambiare le cose, e questa è storia nota. Ma ci sono anche quelle che sfidano il potere maschile non solo per accedervi e prenderne una fetta senza modificare l’ordine delle cose: dalle madri costituenti in avanti la politica è cambiata anche perché, dentro e fuori le istituzioni, ci sono state migliaia di donne che hanno lavorato, per se stesse e per le altre, (oltre che per gli uomini) affinché giustizia, benessere, uguaglianza e pace fossero i fari dell’agire comune. Non dimentichiamolo, e ricordiamolo alle più giovani.