dilemma per chi è diverso

9 luglio 2016 di: Carlotta Bertini

Non sai mai se sei deficiente o troppo intelligente. Ma sei diversa. Dalla media, da chi frequenti, da chi incontri. Comporta un sacco di problemi l’essere così. Ti chiedi se appartieni alla luna o semplicemente se possiedi un brutto carattere. Questo è il tarlo che attraversa la mente e non ne esci, anche se qualcuno ti dice: ti ammiro moltissimo proprio perché sei così diversa. Crederci è difficile. Non hai prove sufficienti, chi ti considera tanto è una su dieci. Percentuale bassina.

Per non essere fraintesi, l’argomento non è la diversità di genere, lesbiche non siamo per niente, anzi, ma è come se, per qualche forma mentis, lo fossimo, tanto diverse siamo. Dote naturale la generosità, la disponibilità, siamo fiduciose, ingenue, alla ricerca di amicizia sempre, di intenti e di spirito.

Alla fine anche di lunghe amicizie, alle quale hai donato cuore e cervello, si rimane spiazzate e sole.

Non volute, accantonate, a volte sopportate. Mai o quasi mai amate, capite e soprattutto considerate.

Allora si decide: abbracciare gli atteggiamenti “normali” o proseguire nella lucida solitudine?

Dipende dai momenti. L’essere esclusi pesa, rinunciare alla propria coscienza anche. Dilemma.

Per lo più si rimane così come si è.

Tristemente felici.

2 commenti su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    Problema solitudine.Vivono da soli per scelta i single. Avvertono solitudine le persone che, pur avendo un partner e una famiglia, si sentono incomprese, trascurate, diverse. Ma diverse da chi, da cosa? da quali stereotipi? Siamo tutti diversi! e meno male!!!! Chi non si omologa, chi non sceglie un modello da imitare, chi non decide di confrontarsi con gli altri è solo più libero e non si rende conto di esserlo.Non deficiente né intelligente: libero! Le amicizie degli ingrati non sono vere amicizie: perché rimpiangerle? Hai donato tanto? Se lo hai fatto con il cuore lo hai fatto e basta. Se ti aspettavi qualcosa in cambio allora devi farti qualche domanda e darti qualche risposta.

  2. silvia scrive:

    Chi mantiene una visione originale nella propria esistenza non è né banale né si appiattisce al sentire comune, ma per gli altri è spesso solo un personaggio stravagante, ed è qui il problema. Quanto è difficile conservare la propria originalità più genuina nel modo di porci, di pensare e di agire? Nei rapporti umani e sociali dovremmo sentirci semplicemente liberi di esprimere ciò che siamo piuttosto che doverci adeguare a ciò che gli altri si aspettano da noi per sentirci accettati, quasi un ricatto pena l’esclusione. Questo meccanismo è molto evidente durante il periodo dell’adolescenza, ma può proseguire in modo più sottile anche dopo. Come se ne esce? Non saprei, ma credo che bisogna rimanere prima di tutto fedeli a se stessi ed a lungo andare questo ripaga…in fondo le amicizie, quelle vere sono poche, anzi direi più uniche che rare!

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