dilemma per chi è diverso
Non sai mai se sei deficiente o troppo intelligente. Ma sei diversa. Dalla media, da chi frequenti, da chi incontri. Comporta un sacco di problemi l’essere così. Ti chiedi se appartieni alla luna o semplicemente se possiedi un brutto carattere. Questo è il tarlo che attraversa la mente e non ne esci, anche se qualcuno ti dice: ti ammiro moltissimo proprio perché sei così diversa. Crederci è difficile. Non hai prove sufficienti, chi ti considera tanto è una su dieci. Percentuale bassina.
Per non essere fraintesi, l’argomento non è la diversità di genere, lesbiche non siamo per niente, anzi, ma è come se, per qualche forma mentis, lo fossimo, tanto diverse siamo. Dote naturale la generosità, la disponibilità, siamo fiduciose, ingenue, alla ricerca di amicizia sempre, di intenti e di spirito.
Alla fine anche di lunghe amicizie, alle quale hai donato cuore e cervello, si rimane spiazzate e sole.
Non volute, accantonate, a volte sopportate. Mai o quasi mai amate, capite e soprattutto considerate.
Allora si decide: abbracciare gli atteggiamenti “normali” o proseguire nella lucida solitudine?
Dipende dai momenti. L’essere esclusi pesa, rinunciare alla propria coscienza anche. Dilemma.
Per lo più si rimane così come si è.
Tristemente felici.
Problema solitudine.Vivono da soli per scelta i single. Avvertono solitudine le persone che, pur avendo un partner e una famiglia, si sentono incomprese, trascurate, diverse. Ma diverse da chi, da cosa? da quali stereotipi? Siamo tutti diversi! e meno male!!!! Chi non si omologa, chi non sceglie un modello da imitare, chi non decide di confrontarsi con gli altri è solo più libero e non si rende conto di esserlo.Non deficiente né intelligente: libero! Le amicizie degli ingrati non sono vere amicizie: perché rimpiangerle? Hai donato tanto? Se lo hai fatto con il cuore lo hai fatto e basta. Se ti aspettavi qualcosa in cambio allora devi farti qualche domanda e darti qualche risposta.
Chi mantiene una visione originale nella propria esistenza non è né banale né si appiattisce al sentire comune, ma per gli altri è spesso solo un personaggio stravagante, ed è qui il problema. Quanto è difficile conservare la propria originalità più genuina nel modo di porci, di pensare e di agire? Nei rapporti umani e sociali dovremmo sentirci semplicemente liberi di esprimere ciò che siamo piuttosto che doverci adeguare a ciò che gli altri si aspettano da noi per sentirci accettati, quasi un ricatto pena l’esclusione. Questo meccanismo è molto evidente durante il periodo dell’adolescenza, ma può proseguire in modo più sottile anche dopo. Come se ne esce? Non saprei, ma credo che bisogna rimanere prima di tutto fedeli a se stessi ed a lungo andare questo ripaga…in fondo le amicizie, quelle vere sono poche, anzi direi più uniche che rare!