Donne in politica. Parlano le sindache spagnole

24 luglio 2016 di: Simona Mafai, 25 luglio

Crescono in misura geometrica le donne presenti negli enti locali. Anche in Sicilia. Qui, secondo i dati diffusi da Sinistra Italiana, nei 15 centri con più di 10.000 abitanti dove si è votato, sono state elette 93 donne, il 32% del totale degli eletti. Il risultato è  chiaramente, dovuto alla legge sulla doppia preferenza di genere.

La crescente presenza delle donne nelle istituzioni porta, o porterà, una modifica della politica, e in che direzione? Nella maggior parte dei casi le donne elette, in Italia, tacciono su questo punto. Al contrario, abbiamo registrato una orgogliosa consapevolezza del proprio essere femminile, nelle dichiarazioni delle sindache  delle due principali città spagnole: Madrid e Barcellona e con piacere ne riportiamo qualcuna. Dice Manuela Carmena, sindaca di Madrid: “Insisto sul fatto che quella della donna è una cultura più del quotidiano, della vita, delle cose pratiche”. Osserva che ci sono donne in politica che adottano canoni di comportamento maschili,  precisando. “C’è la donna che si fa carico della propria cultura, ma ce ne sono altre che adottano canoni maschili, autoritari, perché si sentono più sicure.  L’ho visto quando ero magistrata e succede anche in politica. E’ un dibattito molto interessante”. Manuela Carmena  rivendica la propria indipendenza politica e si sottrae all’abbraccio di Podemos. “L’deologia  – afferma – si utilizza spesso solo per etichettare l’avversario: cerca quello che separa, non ciò che unisce”.  Ritiene suo merito che, da quando è Sindaco,  il 63% delle determinazioni del Comune, siano state assunte all’unanimità. “ (intervista su Repubblica, 12 luglio). Decisamente di sinistra invece Ada Colau Boleno, sindaca di Barcellona, che esalta il ruolo delle città. “Le realtà oggi sono le città, mentre gli stati sono organismi antichi…Nel protagonismo delle città c’è una possibilità di rigenerare  la democrazia dal basso… Bisogna femminizzare la politica… Non siamo ingenue, ma abbiamo tantissima speranza.” (intervista sull’Unità,  21 luglio).

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