Nigeriano ucciso da un ultrà Noi non siamo questo Paese, serve un antidoto ai veleni dal “Corriere della Sera” del 07.07.16
…Ci verrebbe da dire che importa poco. Che la storia di Emmanuel e Chimiary travalica la verità giudiziaria, quando mai verrà accertata. Perché questa storia parla, prima ancora che alle nostre coscienze di italiani, alle coscienze della classe dirigente del Paese, di qualsiasi colore politico essa sia. Da quasi dieci anni, da quando in Italia esplose la prima grande emergenza securitaria (a Roma, con la comunità romena), ci sono parti politiche, leader e fazioni che pensano di poter mettere all’incasso la cambiale della paura. È una dannata illusione, perché quella cambiale porta solo nuovi debiti, fino alla rovina. Perché c’è sempre qualcuno pronto a interpretare alla lettera uno scatto polemico, una frase sopra le righe: e troppe sono, nel triste dibattito italico, le frasi fuori misura, gli atteggiamenti gladiatori.
La morte di Emmanuel dovrebbe insegnare a ciascuno moderazione e senso del limite. Descrivere l’altro come nemico, i migranti come chi ci porta via il pane (è vero il contrario, i migranti pagano le pensioni dei nostri vecchi col loro lavoro), ripetere il mantra «prima gli italiani» (come se qualche razzista si fosse mai interessato agli italiani poveri prima di contrapporli ai migranti), beh, tutto questo è veleno. Emmanuel e la sua storia ci insegnino a riconoscerlo, ci aiutino almeno a trovare un antidoto. Chimiary ha deciso di donare gli organi: salveranno un italiano.