per i bambini e le bambine violate
In occasione della 32eme Session du Conseil Droits de l’Homme delle Nazioni Unite a Ginevra, chi scrive (Giorgia Butera, Presidente Mete Onlus) e Sara Baresi (Presidente Protea Human Rights) sono intervenute nei giorni scorsi davanti al Presidente del CDH, dei Paesi in ascolto e delle Ong presenti.
Durante l’Item 3 General Debate ho presentato il “Messaggio di Civiltà” contro il Turismo Sessuale Minorile, chiedendo collaborazione internazionale. L’iniziativa umanitaria internazionale ha preso avvio giorno 7 Luglio 2016 dalla Città di Palermo.
Ad accogliere l’iniziativa lanciata da me insieme a Sara Baresi e l’Avvocato Tiziana Barrella (Responsabile Scientifico, Osservatorio Giuridico Italiano), è stato l’Aeroporto di Palermo “Falcone e Borsellino”, dove sono stati esposti dei manifesti.
Il Testimonial del “Messaggio di Civiltà” è il Professore Alessandro Meluzzi, il quale afferma: «I bambini sono sacri. Chi li usa stupra il futuro dell’umano, e del mondo». Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo ogni anno almeno 3 milioni di persone partono per viaggi a scopo sessuale. Il turismo sessuale nei confronti dei bambini e delle bambine è pedofilia tollerata. Continuare a leggere e diffondere dati allarmanti, ed allo stesso tempo negare azioni concrete ed interventi mirati da parte di quelle realtà che hanno il dovere di occuparsene, provoca sentimenti di profonda indignazione. La negazione porta ad uno stato di accettazione passiva. Non possiamo accettare che al Mondo esistano dei bambini e delle bambine abusati e violentati perché vittime della povertà sociale ed economica.
I Bambini hanno il Diritto di crescere in modo sano e naturale, in qualunque parte del mondo essi si trovino. Bisogna sviluppare modalità di analisi, valutazioni e confronto per ciò che concerne l’agire in relazione alla cultura del rispetto, della dignità umana e del diritto alla crescita naturale dei bambini, tutelandone la vita ed il sano cammino. L’azione sarà attuata sul piano legislativo, procedurale, sanitario ed educativo.
La nostra partecipazione è proseguita nell’Item 4, dove entrambe le Presidenti abbiamo espresso forte preoccupazione per le giovani donne saharaoui arrivate in Spagna attraverso il programma “Vacanze in Pace” da bambine, e poi adottate da famiglie spagnole. Al raggiungimento della maggiore età sono partite per far visita alla famiglia di origine a Tindouf con la certezza di far rientro, ma questo non è avvenuto.
In conclusione degli interventi è stato chiesto il rilascio delle ragazze. Afferma Sara Baresi (Presidente Protea Human Rights): «Dopo molti anni di esperienza professionale in progetti di inclusione sociale e di adozione comprendo la necessità e la ricerca delle proprie radici, ma è difficile credere che le giovani donne cresciute in un ambiente di libertà, con la possibilità di studiare e socializzare decidano di rimanere in un contesto di restringimento in totale assenza dei loro diritti fondamentali. Se fossero libere di scegliere, potrebbero tornare in Spagna adottando tutte le misure necessarie in loro possesso e confortare i loro parenti e amici», ha concluso.
Da Ginevra, tornando in Italia, pronte per ripartire all’estero in nome dei Diritti Umani e della Giustizia Sociale.