libera misoginia in libera Turchia

7 agosto 2016 di: Le Onde

Dopo il fallimento del golpe militare, la situazione delle donne del Paese sembra diventare sempre più complicata.  Per le strade delle città aumentano le violenze e discriminazioni. Dall’inizio del tentativo di golpe militare in Turchia fino alla sua repressione da parte del governo, le voci delle donne sono state quasi del tutto assenti. Ora la loro situazione all’interno del Paese sembra diventare sempre più complicata: secondo quanto riportato da Repubblica, con il fallimento del colpo di Stato gruppi di sostenitori di Erdogan hanno manifestato per le strade di Istanbul,  urlando esultanti alle passanti: “Tra poco metterete il velo come tutte”.

L’AUMENTO DELLE VIOLENZE CONTRO LE DONNE

Su Twitter, scrive USA TODEY, molte discutono e segnalano un aumento negli ultimi giorni delle molestie per le strade. Altre lamentano un linguaggio misogino usato da chi riduce le donne a pegni o a bottino di guerra. Una giovane ha twuittato di essere stata minacciata da un uomo che le ha chiesto una sigaretta. Un’altra ha detto di essere stata avvicinata in metro da uno sconosciuto che contestava il modo in cui era vestita.

LA MISOGINA NON E’ UNA NOVITA’

A differenza di molti Paesi della zona, le turche sono legalmente protette in quasi ogni aspetto della vita quotidiana. Tuttavia sotto il governo dell’AKP (il partito del presidente Erdogan) l’applicazione di queste leggi è diventata suscettibile di “interpretazione”. «Ambienti contrastanti come la guerra o i colpi di Stato militari aumentano sempre la violenza e la discriminazione contro le donne. I diritti umani sono in pericolo», ha confermato Selen Dogan presidente del gruppo femminista Ucan Superge. «La misoginia dell’UKP non è una novità», ha sottolineato Burcu Karakas una nota giornalista che si occupa di questioni femminili in Turchia. «Ci aspettano giorni duri».

NIENTE UGUAGLIANZA TRA UOMINI E DONNE

D’altronde è noto. Per Erdogan l’uguaglianza tra uomini e donne non è possibile, anzi, è “contro natura”: tutte devono diventare mogli e madri (chi rifiuta la maternità è la metà di una donna) e non possono svolgere gli stessi lavori dei loro mariti.

LA PAURA DI USCIRE DI CASA

Dopo il fallito colpo di Stato, continua USA TODAY, la paura più grande è che il tono stabilito dal governo venga ulteriormente diffuso per spogliare le donne dei loro diritti.  Karakas ha affermato che per la prima volta evita di proposito di uscire di sera. Quando lo fa, mette abiti “adatti” per il timore di fomentare la rabbia dei più conservatori. «L’ unico modo per contrastare tutto questo è la solidarietà tra le donne», ha detto.

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