con la Macchina si fanno bei Sogni
Si è appena conclusa, con un gran ballo finale, la trentatreesima edizione de La Macchina dei Sogni, l’immaginifico festival di pupi, burattini e marionette, narrazioni e cunti, musica e suoni che la premiata ditta Figli d’Arte Cuticchio mette in scena ogni anno rinnovando, come scrive il Maestro Mimmo che ne è guida e anima, «il rituale collettivo che trasforma pubblico e teatranti in un unico popolo in festa». Quest’anno, per meglio ricordare il centenario della morte del medico etno-antropologo Giuseppe Pitrè, alle cui raccolte di arti e mestieri della tradizione popolare tutto risale, il luogo prescelto per la tre giorni di festa è stata l’area con giardino davanti la casa in cui abitò, in piazzetta Santa Oliva e strade limitrofe chiuse al traffico veicolare.
E’ stata una vera festa, un trionfo di luci suoni canti cunti fantasie gioiosità per occhi e orecchie e sentimenti, che il pubblico di bambini e adulti ha mostrato come al solito di apprezzare grandemente, al punto da augurarsi la riproposizione periodica dei Giochi dei fanciulli, guidati da Giovanni Guarino, in quel medesimo spazio urbano che la felice occasione ha fatto riscoprire.
Il programma era affollato dei nomi più prestigiosi delle Compagnie del Teatro di Figura provenienti da tutta Italia, che hanno rappresentato – in senso materiale e figurato – la permanenza sotto traccia di una tradizione che figli d’arte e giovani uomini e donne di una nuova leva di “opranti” mantengono in vita, a costo di sacrifici conditi di passione e dedizione. Non ci sarebbe una Macchina dei Sogni senza il rinnovarsi e innovarsi della tradizione coltivata, da quel che si è visto, da giovani talentuosi/e votati/e a questa antica forma d’arte popolare sebbene, si presume, alle prese con difficoltà economiche e burocratiche sempre in agguato.
Senza trascurare le artigiane e gli artigiani che hanno dato mostra delle loro abilità manuali e valoriali, le autrici e gli autori dei Progetti speciali, dalle istallazioni luminarie alle mostre agli allestimenti di docenti e allievi dell’Accademia di Belle Arti e a tutto il resto che ha reso gioioso e giocoso la partecipazione di artisti e pubblico, mi preme qui sottolineare – scusandomi per la partigianeria -, la prevalenza del femminile nella fattura più “visionaria” della festa: dal catalogo raffinatissimo (dove troverete tuti i nomi che qui non ho potuto citare) opera di Mela Dell’Erba, alla impeccabile organizzazione generale della “ammiraglia” Elisa Puleo Cuticchio, autrice anche dei testi, alle superbe illustrazioni di Tania Giordano che ha superato se stessa nel disegno della locandina, all’inappuntabile ufficio stampa di Simonetta Trovato, alla preziosa assistenza di Heidi Mancino tra le collaborazioni maschili e femminili alla felice riuscita della Macchina dei Sogni.
Con gli auspici che la forza dei Figli d’Arte Cuticchio, da Mimmo ed Elisa al figlio Giacomo autore di sempre suggestive musiche, al fratello Nino e alla nipote Tiziana e ai più stretti collaboratori, più il sostegno dei giovani pupari e delle Compagnie che hanno aderito con slancio al progetto di istituire a Palermo un Centro di Teatro di Figura Nazionale, più l’appoggio di Sindaco e Assessore alla cultura con la macchina amministrativa al seguito, siano sempre con noi per il prosieguo senza intoppi della insostituibile Macchina che fa sognare adulti e picciriddi.