l’indiano e la bomba mediatica
Scoglitti, l’indiano e la bomba mediatica dello scorso Ferragosto. Una spiaggia piena di gente e un indiano con precedenti penali che vive facendo tatuaggi all’hennè e dormendo sull’arenile: d’estate basta poco per mandare in escandescenza i social network e le testate nazionali. Soprattutto se gli elementi di questa storia vengono letti attraverso la lente del pregiudizio, un atteggiamento ostile e negativo nei confronti di un determinato gruppo di persone. Dal pregiudizio alla discriminazione, poi, il passo è veramente breve.
Il 16 agosto, l’indiano prende in braccio una bimba di cinque anni per non oltre 45 secondi e percorre non più di dieci metri, dicono le prime testimonianze. L’uomo rimane fermo in stato confusionale, secondo le dichiarazioni e le rettifiche dei giorni successivi. Comunque sia, i genitori si riprendono la bimba, l’indiano fugge ma viene bloccato dopo circa un’ora dai Carabinieri. Il pm di Ragusa decide di rilasciarlo dopo un lungo interrogatorio, il reato di tentato rapimento prevede infatti la denuncia a piede libero. A questo punto diciamo subito che ci interessa evidenziare il ruolo della stampa, in questa brutta storia. Perché se i social network hanno dato per l’ennesima volta fiato alle frasi più disgustose e imbastito processi fin troppo facili, è anche perchè i titoli dei giornali e le dichiarazioni di noti esponenti del centrodestra hanno fatto la loro parte. In questo vortice di polemiche neanche la magistratura è stata risparmiata, bersagliata da critiche e accuse insieme all’indiano, espulso dal territorio italiano e rimpatriato anche per volontà propria e nonostante l’esito delle indagini. L’uomo temeva infatti per la propria incolumità. La domanda sorge, allora, spontanea: quanto hanno contato i racconti pregressi nell’imbastire questa storia? La visione del “fatto” è stata influenzata dai precedenti dell’uomo e dalla percezione dell’India come il paese degli stupri e delle mogli bambine? Se a prendere la bimba in braccio fosse stato un ingegnere, una maestra, una suora, un compaesano dei testimoni, uno studente, questa storia si sarebbe svolta nello stesso modo?