nel centenario di Spoon River
In questi giorni cade il centenario della pubblicazione dell’antologia di Spoonriver Di Edgar Lee Masters. Fu introdotta in Italia da Cesare Pavese e pubblicata negli anni quaranta. Anche se in quel periodo la poesia si presupponeva fosse epica, Fernanda Pivano che fu la sua traduttrice riuscì nel suo intento, che era quello di far capire come anche la poesia possa essere racconto.
Pensiamo che Spoon River sia uno di quei libri indimenticabili da rileggere, riproponiamo quindi come ricordo tre delle sue poesie.
La signora Pantier
Lo so, che diceva che gli avevo catturato l’anima
con un laccio che lo dissanguò a morte.
E tutti gli uomini lo amavano,
e tante donne lo compiangevano.
Ma immaginate d’essere una vera signora, e di gusti delicati,
e che vi nausei l’odore di whiskey e cipolla,
e che il ritmo dell’Ode di Wordsworth vi mormori all’orecchio,
mentre lui da mattina a sera va in giro
a ripetere banalità del genere:
“Oh, perché s’inorgoglisce lo spirito mortale?”.
E poi, immaginate:
siete una donna ben dotata,
e il solo uomo con cui la morale e la legge
vi consentono un rapporto carnale
è proprio l’uomo che vi riempie di disgusto
ogni volta che ci pensate – e ci pensate
ogni volta che lo vedete.
Per questo lo cacciai di casa
a vivere col cane in una stanza squallida
nel retro del suo ufficio.
Frank Drummer
Da una cella a questo luogo buio -
a venticinque anni la fine!
Non avevo le parole per dire cosa mi si agitasse dentro,
e il villaggio mi prese per idiota.
Eppure l’idea iniziale era chiara,
un disegno grandioso e assillante nell’anima
che mi spinse all’impresa di imparare a memoria
Serepta Mason
Il fiore della mia vita sarebbe sbocciato d’ogni lato
se un vento crudele non avesse appassito i miei petali
dal lato che vedevate voi del villaggio.
Dalla polvere levo la mia protesta:
il mio lato in fiore voi non lo vedeste!
Voi, i vivi, siete davvero degli sciocchi
e non sapete le vie del vento
e le forze invisibili
che governano i processi della vita.
incredibile quanto siano attuali, dopo un secolo!
Mi ricordo che quando andavo in terzo liceo fui freddamente lasciata da un ragazzo che mi sembrava bellissimo ed io, patita di Spoon R addio gli lanciai come ultima frase di addio” non conoscerai il mio lato in fiore”