Sesso e Suicidio
Iniziano entrambe per ’s’, due estremi di vita e di morte. Sesso e Suicidio.
Fa rabbrividire vederli collegati ma non è la prima volta che un video hard distrugga l’esistenza e ponga fine alla vita di chi si fa riprendere, forse senza valutare appieno le conseguenze di quell’azione esuberante, goliardica, esibizionista che espone il proprio corpo e la propria vita ai commenti virtuali ma realmente assassini.
Leggerezza? Sottovalutazione delle reazioni maschie? Fiducia mal riposta? Perché non ha saputo proteggersi? Perché ha affidato la sua intimità a degli sconosciuti? Perché si è fidata di loro? Dove è finito l’intuito femminile? La capacità di percepire il pericolo? In questa storia triste e violenta non c’è una donna trentenne ma un’adolescente, incapace di distinguere il fan dal “cacciatore” e così si trasforma in una preda facile, da sacrificare per puro divertimento.
Una donna che gioca a fare la pornostar ma non ne ha le caratteristiche. Un filmino amatoriale che invece di darle la conferma della sua femminilità, l’ha distrutta. Un gioco pericoloso e crudele. Mai affidarsi e tantomeno affidare la propria immagine. Mai. Neanche se ci si fida, non bisogna mai affidarsi perché solo così si rimane protagonisti della propria vita e non comparse che nutrono l’illusione di essere prime donne o dive. Una stella cadente, caduta e rimasta appesa ad un foulard di seta.
Quanta ingiustizia! Che rabbia vederla morire di morte violenta!
La vita purtroppo non ha il “fermo immagine” e neanche il rewind. Scorre, impassibile, come i fotogrammi di un film: un brutto film, con registi violenti e senza scrupoli.
Alcune giovani devono imparare a proteggersi meglio; a recuperare quella meraviglia di cui la natura le ha dotate: l’intuito; ad aumentare la capacità di comprendere l’obiettivo implicito ed indicibile di chi vuole divertirsi a spese altrui, anche al prezzo della vita altrui.
Tanto loro non pagheranno mai. Lei, sì.
Perchè non insistiamo nella richiesta di centri di ascolto tipo “il telefono Rosa”? con personale adeguato, pagato dalle istituzioni, che possa dare un aiuto psicologico alle vittime ? io pagherei volentieri una tassa in merito, ma si potrebbe tirare fuori dai contibuti volontari, tipo 5x Mille. basta volerlo?
perchè continuano a proporci immagini in TV, in INTERNET, sui settimanali tutti uguali della serie “donna sei bella e appari solo se poco vestita e non sovrappeso” come se avere caratteristiche non omologabili e, pertanto non da esibire, non possa essere considerato nei canoni accettabili e desiderabili…..e poi parliamo di integrazione, di inclusione, di rispetto…
noi donne siamo da sempre vittime di stereotipi e, se più fragili, ci ritroviamo a mostrare ciò che non siamo realmente pur di piacere a chi non sa cogliere altro che le apparenze