Perché abbiamo paura di parlare del sesso da “L’Espresso” del 09.10.16
…Ed ecco che quando si parla di fertilità, di infertilità, di tecniche per la procreazione assistita, di fecondazione eterologa, di terza persona che entra in un rapporto a due, fosse solo per una cellula uovo o uno spermatozoo, quando si parla di stepchild adoption o di unioni gay, niente può essere affrontato con serenità perché alla base, anche se non ce ne rendiamo conto, anche se fingiamo che non sia così, quello che viene toccato è il tabù del sesso e del corpo nudo. E quindi, in fondo, la domanda prima è: perché parlarne? Tutto ciò che non può essere descritto come sessualmente lineare diventa argomento di cui si preferirebbe non parlare, soprattutto in quei Paesi, come l’Italia, che scontano la presenza insistente di una chiesa sempre pronta a bacchettare, anche attraverso quei rappresentanti che sembrerebbero illuminati. In questo contesto, dove con il sesso e con il corpo nudo si ha un rapporto profondamente ambiguo (sì a culi e seno di donne che definiamo “puttane”, mentre le “nostre donne” stanno a casa e sono sante) le parole del Papa sulla teoria del gender, che penalizzerebbe matrimoni e famiglia, giungono come polemica inattesa e credo controproducente.
L’introduzione nelle scuole di momenti (supportati da libri di testo) che promuovono l’educazione alle differenze e al rispetto dell’espressione della personalità di ciascuno sono spazi di condivisione e l’unico modo per superare sessismo e omofobia. Sono il vero antidoto alla sopraffazione….