cogito, ergo sum?

E’ stata inaugurata ieri la quadriennale degli scultori di Ginevra. Le opere sono esposte intorno ad una piscina all’aperto, composta di diversi bacini. Tutte le opere sono interessanti, alcune belle, morbide, se il marmo può essere morbido, da palpare, altre, più enigmatiche facenti appello ail’intelletto piuttosto che ai sensi.

Nel bacino più grande, una installazione a prima vista puramente estetica: drappi dorati e argentati galleggianti sulla superificie azzurra dell’acqua, luccicanti grazie al sole, invitato inatteso. Ma, avvicinandosi, ci si accorge che i drappi sono coperture di salvataggio, quelle che si usano anche per coprire i cadaveri dei morti annegati. “Agghiacciante” , commentano gli astanti, con il bicchiere dell’aperitivo in mano.

Il malessere m’invade. Impotenza, inadeguatezza di fronte alle tragedie che si compiono ogni giorno sotto i nostri occhi, ma di cui prendiamo coscienza solo quando diventano visibili e, se possibile, estetiche. Anche i leghisti si sono commossi davanti al cadaverino del piccolo Ayan, icona mediatica della cattiva coscienza del mondo occidentale.

Le sera stessa, la televisione italiana ha trasmesso in diretta l’inaugurazione del Convention centre (Centro congressuale n.d.t.), nel quartiere Eur di Roma. Il presentatore racconta in cifre la costruzione di tale meraviglia dell’architettura, nonché il suo costp: 239 milioni di euro. Segue il telegiornale, che annuncia l’avvio di un’inchiesta giudiziaria nei confronti di alcuni personaggi coinvolti nell’Expo di Milano.

Ho la sensatione di una schizofrenia dell’informazione. O delle coscienze? Quali sono i punti di riferimento per il giudizio? Non che non esistano più i valori della società, sono però variabili, aggiustabili di volta in volta, senza che ciò provochi la minima crisi di coscienza, perché non c’è tempo per fermarsi a pensare, quando ci si domanda se Padre Graziano sia l’autore o no dell’omicidio di Guerrina.

E’ terribile abituarsi a non pensare.