riaperto procedimento per genocidio
Mete Onlus e Protea, Associazione per la Tutela dei Diritti dell’Uomo sono due associazioni italiane impegnate nella difesa e tutela dei diritti umani nel contesto internazionale, come nel caso riguardante la condizione di chi vive nei Campi di Tindouf, Algeria. Le denunce delle due associazioni sono avvenute, anche, in diverse sessioni del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
Impegnarsi nell’alto tema dei Diritti Umani Internazionali é un compito assai arduo. Devi crederci tantissimo: tutela, denuncia, sostegno, difesa. Sono queste le azioni che incidono maggiormente acciocché lo stato delle cose cambi. Mai smettere di dare voce a chi non puó manifestarsi, non avendo mezzi, opportunitá e strumenti.
E per fortuna, tanta altra gente è impegnata nel sostenere questa atroce causa internazionale.
Tutto pare inascoltato, invece succede un fatto importantissimo: è notizia di questi giorni che il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, ha rinunciato ad essere presente in Spagna, dove era prevista la sua partecipazione all’interno di una Conferenza organizzata da associazioni che sostengono il Polisario.
La motivazione della non partecipazione, secondo una fonte ben informata nei Campi di Tindouf, dipenderebbe da una sentenza pronunciata in Spagna, dove la più alta Corte Penale ha deciso la riapertura di un procedimento penale per “genocidio e crimini contro l’umanità” contro Barhim Ghali, una delle persone più perseguitate dalla giustizia spagnola per “genocidio e crimini contro l’umanità”, dopo la denuncia presentata nel 2007.
Il leader del Fronte Polisario è stato convocato a comparire in Tribunale, come un imputato, dopo che, il giudice del National Hearing, José de la Mata, è venuto a conoscenza dell’intenzione del leader di recarsi in Spagna per partecipare alla Conferenza internazionale di sostegno e solidarietà con il popolo Saharawi (EUCOCO), avvenuta qualche giorno fa.
Secondo la denuncia, il genocidio del Fronte Polisario è stata “una campagna per eliminare le élite saharawi di origine spagnola con l’intenzione di rompere i legami tra le diverse tribù e le loro autorità naturali, al fine di ottenere un controllo più diretto ed efficace su tutti i profughi saharawi nei loro campi”.
Una delle vittime indicò l’allora Ministro della difesa, Brahim Ghali, come uno dei suoi aguzzini durante la sua prigionia in un carcere segreto.
ps. La siciliana G. Butera è presidente di Mete onlus e Sara Baresi lo è di Protea.