la prova d’amore
Molte donne abboccano. La prova d’amore come “cavallo di Troia” per entrare negli spazi femminili e distruggerli, totalmente. Molte le vittime sprovvedute di strumenti per capire di essere solo una preda e non di più. Negli anni passati quante vite distrutte per aver concesso la “prova d’amore”?
All’uomo che la richiede non deve essere fatta concessione, nessuna concessione.
Concedere si trasforma in con-cedere. Mai cedere. Chi cede perde sempre e perde anche la propria vita, e se va meglio, perde il proprio equilibrio psichico.
Eppure la prova d’amore c’è tuttora, anche dopo la Rivoluzione Sessuale, anzi più forte e perniciosa di prima.
Non è più il sesso la misura della prova ma la resistenza delle donne a sopportare la distruzione della propria vita da parte di alcuni uomini.
Donne che resistono alle percosse, ai ricoveri, negando la realtà a sé stesse e ai familiari, per paura ma anche con l’illusione di riuscire a cambiare l’altro ma il carnefice non cambia perché si nutre solo del dolore e del sangue della vittima. È la vittima che deve fuggire lontano ed emanciparsi dalla dipendenza del carnefice.
La donna che si fa imprigionare deve imparare a individuare l’egoismo, la vigliaccheria, la prepotenza dell’uomo che dovrebbe volere solo il suo bene.
La donna spesso non sa distinguere e scambia il possesso per amore, la prepotenza per potenza, l’aggressività per brutto carattere: “ma non è cattivo”.
Ecco, dove c’è confusione, lì ci sarà una vittima pronta a fornire alibi al proprio carnefice. Inconsapevolmente.
Ed invece l’egoismo, la vigliaccheria, la prepotenza, l’aggressività e la violenza sono tutte caratteristiche di una persona perfida, pronta anche ad uccidere se la vittima si vuole sottrarre alla sua malvagia dipendenza.
E se la donna pensa di non potercela fare da sola, esistono servizi pubblici e anche associazioni pronti a sostenerla nel suo percorso di liberazione.
Tempo fa lessi una frase di F. Fanon, magnifica perché chiara: «Il arrive un moment où le silence devient mensonge»… Arriva un momento in cui il silenzio diventa menzogna.