quanto bene fa il benessere
Rieccomi, sono Gilda Bambocci, la quarantenne che il precariato e la mancanza di lavoro hanno ibernato adolescente. Questa volta voglio raccontarvi un’esperienza piacevole e bizzarra, regalo natalizio di una mia affettuosa parente. Due notti in un famoso e storico hotel di Siracusa Ortigia, cinque stelle che non guastano, diversamente da quanto accade in politica. Un regalo di lusso a me, che non vado mai da nessuna parte. E allora?
Si scatena la procella, una nevicata interminabile che dalle nostre parti non si vedeva da tempo e che ghiaccia autostrade e binari ma non la mia volontà di andare. Per raggiungere la meta impiego un intero pomeriggio, neanche dovessi volare a Parigi o a Londra. Alla biglietteria della stazione, un ragazzo africano si indigna per il ritardo ferroviario. «We are in Italy!» mi dice stizzito. «Appunto» penso «ti sei dato la risposta». Finalmente arrivo all’hotel, dopo una corsa in taxi costatami quanto un pranzo completo da Mac Donald’s o un antipasto di pesce in un ristorante discreto. Non posso far altro, vista l’ora tarda, ma appena giungo all’hotel… ragazzi (e ragazze) se siamo ancora nella società dei consumi questo ne è il tempio, come le antiche pietre di Siracusa lo erano per la società greca. Cos’è il lusso? È una cloche sopra un piatto di frutta che ti servono in camera, avvertire che il servizio di lavanderia non è attivo o apporre un cartellino sulla maniglia esterna della porta, con la colazione che vuoi che ti portino l’indomani. Questo e mille altre cose.
La mia figura minuta diventa gigante agli occhi di tutti. Perché? Per un bel vestito? No! Per il portamento? Neanche! Sono venuta sola soletta, mangio poco e mi sento piccola in tale maestosa ed elegante costruzione. Così ridacchiano un po’ tutti o mi guardano col sorriso di chi scopre che sei del tutto vergine a questo tipo di esperienze. Ho la mezza pensione e quindi posso cenare. Vorrei avere quattro stomachi per digerire tutto, dall’antipasto al dessert, ma ne ho solo uno e mi arrendo ad antipasto, frutta e tisana. Apro la porta della camera e vedo divani, vista sul mare, vasca idromassaggio, bilancia. Chi mi ha regalato tutto questo deve volermi proprio bene. Inizia così la mia due giorni a Siracusa e siccome non sono una guida turistica o una professoressa di Archeologia e Storia, vi racconterò solo le mie impressioni.
Ho visitato il Duomo, che avevo già visto in passato, nutrendo ben poca fiducia negli umani e mostrando la mia stanchezza al Divino. Ho visitato il Museo del Papiro? No! Il Teatro greco? Niente di tutto questo! Ho consumato le suole andando per Ortigia, dedalo di viuzze pieno di botteghe artigianali e di locali chic. Poi, finalmente, il percorso benessere offerto dall’hotel, con piscina, doccia emozionale, sauna, bagno turco e massaggio viso. C’è una sala unica per entrambi i sessi e i corpi rilassati fanno pensare alle descrizioni di Houellebecq sulla decadenza della società occidentale. Però da questi luoghi si esce nuovi e la gentilezza che le lavoratrici del benessere dimostrano con sapienza e modestia convincono che è bello prendersi cura di sé. Qualcuno potrebbe pensare ch’io ambisca al superfluo o che questi trattamenti siano roba da ricchi perché quelli come me o peggio di me hanno altro a cui pensare. Ma le nuove forme di benessere sono queste ed esiste una stragrande maggioranza di esclusi. Se fossi un politico o un amministratore penserei anche a queste cure per alleviare i dolori della marginalità e del precariato.
A volte, per ripartire, basta solo una carezza e. come diceva qualcuno, cos’è la felicità, se non una pizza di fango del Camerun?