il gioco del Risico al Capo

15 febbraio 2017 di: Ninni Toccari

Sabato scorso, come faccio quasi sempre, sono andata al noto mercato del Capo. Mentre stavo ultimando il mio shopping di frutta e verdura, girandomi ho visto passare la faccia di luna piena di Luigi Di Maio, con Cancelleri e uno stuolo di galoppini al seguito. Infastidita da quella “visione”, mi è venuto spontaneo esclamare: ma è possibile che un cittadino non sia libero di fare la spesa in tutta tranquillità ed in grazia di Dio? Ce li dobbiamo vedere pure in questi momenti di vita quotidiana? La venditrice mi ha dato ragione rispondendo: sunnu sempri ccà!

Mi sono chiesta cosa ci facesse Di Maio al mercato sabato mattina ed ho pensato che, visto che il Capo si trova nei pressi del tribunale ed il M5S ha qualcosa in pendenza a causa delle firme false, era logico che fosse lì e cogliesse l’occasione per fare poi una “bella passerella” attraverso i banchi del mercato, per mettere o tentare di mettere le famose bandierine del gioco del Risico. Ma il movimento non ha sempre deriso e disprezzato tutti quelli che hanno fatto o fanno la passerella? Come mai imitano tali oscenità? Avviandomi verso altri banchi, presso una pescheria ho sentito un acquirente dire: con i 5 stelle si stanno scummigghiannu tante pignate. Di rimando ho risposto: infatti, si stanno scummigghiannu le firme false, le polizze assicurative etc. Dobbiamo fare la fine di Roma? Nessuno mi ha risposto.

Il dubbio sulla presenza di Di Maio al Capo mi è stato tolto dalle notizie di Raitre sul nostro vicepresidente della Camera, in piazza Verdi per aprire la campagna elettorale delle regionali con al fianco Cancelleri, candidato governatore, e Ugo Forello candidato sindaco. La Sicilia è una terra di conquista ed è molto appetibile, sarebbe un grande colpo per i 5 stelle mettere la loro bandierina su questa terra, ma speriamo che non accada perché non vogliamo che regione o città siano governate da persone inaffidabili. Il comico Crozza, che ridicolizza il ministro dell’istruzione Carrozza in quanto semplice diplomata, perché non menziona il titolo di studio del vicepresidente della Camera che, dopo avere abbandonato la facoltà di ingegneria, è approdato a giurisprudenza senza essersi ancora laureato?

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