Mattarella: “La mafia ruba il futuro” da “La Stampa” del 20.03.17
…Non poteva giungere in un momento più adatto, il monito del Capo dello Stato. Le sue parole hanno il merito di riportare al centro dell’attenzione e, si spera, dell’agenda governativa il tema delle mafie e della battaglia contro ogni tipo di illegalità. E’ significativo che il discorso di Mattarella sia stato pronunciato in terra di Calabria, sede legale della più forte mafia del momento (secondo alcuni), eppure forse un po’ ancora (da altri) sottovalutata per via di un certo ritardo culturale che si ostina a considerare di serie B un’organizzazione criminale capace di muovere miliardi in mezzo mondo.
Ma lo sguardo del Presidente è andato oltre il recinto della criminalità organizzata, mettendola in relazione con una delle cause generate da paura e omertà: la rassegnazione e l’immobilismo. «Le mafie – ha detto Mattarella – non risparmiano nessuno… non esitano a colpire chiunque diventi un ostacolo al raggiungimento dei loro obiettivi. Che sono potere, denaro, impunità. Per questo motivo, la lotta alle mafie riguarda tutti. Nessuno può dire: non mi interessa. Nessuno può pensare di chiamarsene fuori». Un bel richiamo al senso di responsabilità, che fa vacillare gli alibi di tanti Ponzio Pilato che si sono sottratti, negli anni, al dovere della lotta, la quale – spiega il Presidente – «è una necessità per tutti: lo è, prima ancora che per la propria sicurezza, per la propria dignità e per la propria effettiva libertà». Parole che riportano alla mente l’insegnamento di Giovanni Falcone, non a caso citato da Mattarella quando ha ricordato come la battaglia non possa essere delegata allo Stato o soltanto a pochi eletti. «Come diceva Giovanni Falcone, la lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza, deve coinvolgere l’intero palazzo. All’opera del muratore deve affiancarsi quella dell’ingegnere». Operai e ingegneri facciano tesoro del suggerimento.