otto marzo plurale
Voglia di storia, e di storie, in questo appena trascorso otto marzo. Storia delle donne, storie di donne: un intreccio di voci, sulla carta, negli incontri, nelle assemblee, nelle manifestazioni, che attraversa età ed appartenenze. Traspareva, secondo me, dai tanti eventi di quei giorni, accanto e insieme all’urgenza di progettare azioni contro la violenza di genere, il diffondersi, anche tra le più giovani, del desiderio di raccontare e raccontarsi, e di approfondire una storia misconosciuta e un pensiero disconosciuto, quello delle donne.
Un libro, tra tanti, su questa scia testimonia la lunga ascesa delle donne nella conquista di professioni e ruoli: “Le Mille – i primati delle donne” scritto da Ester Rizzo con altre coautrici, membri dell’Associazione Nazionale Toponomastica Femminile, restituisce attenzione alle tante donne del passato e del presente che per prime hanno realizzato un progetto, raggiunto un traguardo, conseguito un titolo di studio, un incarico politico o professionale, in precedenza di esclusivo dominio maschile. Si è concluso poi in quei giorni il lungo viaggio attraverso le storie di tante donne di tutte le età, raccolte in video interviste da un gruppo di volontarie e pubblicate, una al giorno per un anno, sul sito di Repubblica a cura di Concita De Gregorio; un viaggio che ha già creato, attraverso la condivisione, una comunità.
Così, incontri e dibattiti centrati su tematiche di genere, ma anche volti alla scoperta e alla valorizzazione di figure femminili significative, si sono dipanati in molte scuole superiori, centri culturali e sociali, con un ampliamento della riflessione e del confronto tra persone, associazioni, movimenti impegnati in ambiti diversi.
Significativi a Palermo, tra le manifestazioni di una pluralità nata dal riconoscimento reciproco, l’incontro programmatico sulle politiche di genere nel quale si sono confrontate diverse associazioni femminili e maschili accomunate da azioni positive per il contrasto alla violenza di genere; e lo stesso corteo fiorito di voci e di volti di ragazze e ragazzi di tutte le età.
Una cosa mi ha colpito positivamente nell’otto marzo di quest’anno: un aspetto meno consumistico (complice anche la crisi?) ed una maggiore consapevolezza che trattasi non di una festa ma di una commemorazione: la Giornata Internazionale della Donna.
Una commemorazione dedicata alle tante difficoltà che la donna ha dovuto, e deve ancora,
affrontare per guadagnarsi il rispetto che le è dovuto, superando i tanti pregiudizi e luoghi comuni che la riguardano. Affermazioni che sono entrate a far parte del sentire comune, anche femminile: donne fragili che vanno protette (salvo poi a massacrarle di botte se non si adeguano ai voleri di chi le protegge) buone solo per stare a casa che rubano posti di lavoro agli uomini…
E così via…Ma sempre pronti tutti a pretendere dalla donna di essere madre, moglie, amante, amica, sorella e quant’altro serva al Maschio!
Ma quanto valore possa racchiudere una piccola donna è stato riconosciuto da un grande uomo, scrive Oscar Wilde “ Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono fare tutto “ .