strade intitolate a donne, dal viale VIII Marzo a Terni
E’ un largo viale con ai due lati piante di vario tipo e case talvolta di due o tre piani, che testimoniano un passato di strada di campagna e altre alte fino a nove, dieci piani più rispondenti all’attuale assetto della zona. Nel suo andamento il viale ad un certo punto forma una curva molto ampia, dalla quale si diramano traverse più o meno lunghe che hanno tutte una caratteristica in comune: sono intitolate a donne più o meno famose, la cui vita è stata caratterizzata dall’impegno politico, civile, culturale e sociale.
Le vie Marie Curie, Sibilla Aleramo, Anna Kuliscioff, Clara Zetkin, Anna Maria Mozzoni, Maria Montessori partono dal viale e penetrano nel territorio del villaggio Matteotti, l’insediamento semirurale realizzato dalla Società delle Acciaierie di Terni fra il 1938 e il 1946 per i propri operai e si incontrano con altre vie con nomi di donne meno conosciute e in alcuni casi di appartenenza locale, creando così una griglia di toponomastica femminile molto particolare ed interessante. La più lunga di tutte è via Linda Malnati, socialista, che promosse nel 1906 la costituzione del Comitato Nazionale per il suffragio femminile. «Noi donne – scrisse – eravamo in ginocchio, il socialismo ci ha rialzate e ci ha assegnato un posto nella vita civile».
Via Carlotta Clerici scorre a poca distanza da via Argentina Altobelli, entrambe sindacaliste impegnate nella promozione sociale delle donne. L’Altobelli nei suoi articoli pubblicati sulla testata socialista ternana “La Turbina” rivendicava con forza la parità tra uomini e donne sui temi del salario, dell’orario di lavoro e del diritto di voto. La Clerici, insegnante e direttrice scolastica, si impegnò nel promuovere l’educazione e la formazione professionale delle donne. Entrambe furono chiamate nel 1912 a far parte del Consiglio del Lavoro presso il Ministero. A Sara Tabarrini operaia dello Jutificio Centurini, capolega, licenziata per aver promosso uno sciopero nel 1901 è dedicata una via adiacente. Sara scongiurò le sue compagne di rinunciare a qualsiasi forma di solidarietà nei suoi confronti e, lasciata Terni, si trasferì a Montefalco, dove si adoperò per l’alfabetizzazione dei ragazzi di campagna.
Più appartata rispetto alle donne socialiste si sviluppa via Maddalena Patrizi scrittrice, fondatrice dell’Opera Nazionale di Patronato e Mutuo Soccorso per giovani operaie e presidente dell’Unione Donne Cattoliche. Ecco accanto a lei dipanarsi le vie dedicate alle due partigiane, Virginia Visetti e Irma Bandiera, entrambe torturate e fucilate dalle SS nel 1944. L’ultima strada, quasi a far da baluardo nei confronti della toponomastica più diffusa, cioè quella maschile, è quella che porta il nome di Gisa Giani, nata nel territorio di Terni nel 1924 e bibliotecaria presso la Biblioteca Comunale, dove si appassionò alla storia della città, riscoprendo opere inedite di scrittori ternani e compilando importanti studi sulla vita sociale e culturale locale.
Molto interessata alla storia delle donne, nel 1984 scrisse “Donne e vita di fabbrica a Terni”, dove viene descritto il lavoro femminile nelle fabbriche tessili ternane. Dislocate nella curva di viale VIII Marzo tutte quelle vie danno la testimonianza dell’esistenza di donne più o meno conosciute, la cui vita è stata spesa per la realizzazione di un ideale di rispetto, di giustizia e di uguaglianza. Dall’altro lato del viale si dipanano strade con nomi di piante o fiori, ma nessuna con il nome della pianta che comunemente serve per simboleggiare la festa della donna. Che sia un segno che bisogna cambiare pianta, oppure che non c’è più bisogno di festeggiare per un solo giorno le donne?
(Irma Bandiera e Argentina Altobelli, tra le donne intestatarie di strade a Terni)
rispetto, giustizia, uguaglianza, pari dignità….continuiamo a chiedere quello che ci spetta di diritto
ma quando arriveremo a non dover ricorrere alla giornata dedicata alle donne per parlare di noi?
I nomi delle strade raccontano storie di uomini e donne che hanno contribuito a rendere grande il destino della storia di tutti. Nomi che possono dire poco o nulla e che possono oppure no destare attenzione: ormai abituati alla vie delle città in cui ci muoviamo quotidianamente, non ci si chiede chi fosse la persona alla quale la strada è intitolata… bello ricordarlo!
Lodevole scelta del comune di Terni riguardo la toponomastica cittadina. Leggendo il bell’articolo di Clara mi piace immaginare questo gruppo di strade che si aprono a ventaglio, come altrettanti rami, da viale VIII Marzo quasi che questa data così evocativa contenga la linfa dell’energia, dello spirito, dell’impegno, del coraggio e dell’intelligenza femminile!
Sono originario di Terni e leggere l’articolo mi ha fatto piacere perché ha sottolineato le caratteristiche operaie e socialiste della città, legate all’esistenza di varie fabbriche in cui lavoravano anche molte donne in vari ruoli, come mia zia Daria che era contabile alle Acciaierie. Non è dunque un caso il fatto che il Comune abbia deciso di concentrare nelle adiacenze di Viale VIII Marzo un numero di strade dedicate a donne più o meno impegnate nella difesa dei propri e altrui diritti.