L’amore (non) ha prezzo dal “Corriere della Sera” del 12.05.17 di Massimo Gramellini
Cercasi autista e cuoca che sia anche colf affidabile con esperienza da guardarobiera e diploma di supplente acquisito sul campo, baby sitter e badante all’occorrenza, specializzata in consulenza esistenziale (anche non richiesta) e disposta ad accettare l’orario continuato, senza riposi né permessi né ferie, per una paga sindacale pari a un bacio svogliato della buonanotte e a un regalo di Natale detraibile dalla tredicesima. Non è, o almeno non è ancora, la piattaforma di un contratto di lavoro che i mercati saluterebbero sicuramente con entusiasmo, ma la vita quotidiana di una donna di mezza età alle prese (ancora troppo spesso da sola) con l’accudimento di figli che non se ne vanno mai e di genitori che rimangono sempre più a lungo. Quanto vale il suo lavoro gratuito, che tutti danno per scontato? L’amore non ha prezzo, ma un portale di professionisti ha provato a quantificarlo, basandosi sulla paga oraria dei vari mestieri sopra elencati: 3.045 euro netti al mese. In America i ricercatori erano stati anche più generosi, fissando la cifra intorno ai 7.000. Se il Pil ne tenesse conto, salterebbero tutti i parametri su cui si basa l’economia virtuale che governa il mondo. Ma sarebbe già consolante se ne tenessero conto almeno i giudici dei divorzi nel trattare il coniuge più debole, che quasi sempre è lei. L’autosufficienza non può essere sufficiente come criterio. Un senso elementare di giustizia suggerisce di integrarlo con il riconoscimento del mestiere di madre, che spesso ingloba quelli adiacenti, e accudenti, di moglie e figlia a tempo pieno.