riflessioni post primarie
Siamo nel pieno sella seconda settimana post-primarie. Sorpresa per chi non si aspettava circa duemilioni di cittadini in fila ai gazebo e soprattutto evidente la voglia, per la maggioranza degli elettori, di mettere, per Renzi, l’orologio indietro. Come a dire … siamo qua ma tu pensaci… di errori ne hai fatti, le tue esternazioni più volte non sono stare proprio il massimo, un po’ ti esalti a discapito di accorte programmazioni e di lungimiranze, però per chi di noi non è fanatico, oltranzista, in malafede o distratto, siamo qui a dimostrarti che il gioco al massacro sotto la bandiera di una riforma (certamente non priva di errori od omissioni, ma pur sempre una riforma) si era puntualmente esplicitato per farti fuori. E non ci stava bene.
Tutti i numeri di una domenica prefestiva dei lavoratori è stata un chiaro biglietto da visita di tanti italiani che sanno pensare.
E infatti in questi dieci e passa giorni, dopo il passaggio dovuto di notizie e di un paio di inevitabili apparizioni televisive di chi mostrava visi pallidi, occhi infossati e non sempre riusciva a trattenere espressioni turbolente, è calato il silenzio. Fuoriusciti Pd, rivali, leghisti e pentastellati nonché collaudati denigratori di vario tipo, a parte qualche commento canonico hanno pressocché taciuto. E va detto, per motivi ben diversi, anche amici e sostenitori. Almeno, in relazione alla notizia “Renzi in sella” è passata la direttrice di marcia del addà passà ‘a nuttata! Archiviamo intanto la pagina. E non è male per nessuno. Meglio farci i conti perché è in ballo l’Italia e Renzi in primis deve tenerlo ben presente.
Come ha scritto Eugenio Scalfari nel suo puntuale commento di domenica scorsa su la Repubblica, Mattero Renzi sciocco non è, dunque sarà più disposto ad ascoltare e a riflettere sulle sue considerazioni e decisioni, ad aver consapevolezza che il suo momento può non essere finito, ma che il cammino in avanti dentro il partito prevede altri nomi e altri passaggi. E soprattutto, che la politica va rinnovata perché questo volevano dire i gazebo affollati. Naturalmente lui non potrà tener conto di tutti e alla scadenza del governo Gentiloni, bisognerà tener conto con che legge si vota e se e quali alleanze ci vorranno. Chi vuole il timone deve sapere ciò che lo aspetta, e molte cose dovranno trovare ordine e peso. Scalfari, che per molti di noi solitamente non può non essere un punto di riferimento, dovrà aver riflettuto su quel suo precedente convincimento di votare Renzi… ma non troppo. E no davvero, che non era tempo di “ridimensionare” l’ex premier dando soprattutto un vantaggio a Grillo e & C mentre è tempo che ogni suggerimento sia finalizzato a una opportuna azione di governo. Tanto più giusti che il segretario del Pd appena rieletto, piuttosto che rottamare ormai avrà acquisito una più idonea valutazione di cose e persone.