un film festival molto speciale

Per chi è incuriosito dal mondo asiatico, il FEFF (Far East Film Festival) di Udine è un appuntamento da non perdere, non solo perché nei film in concorso vediamo descritte minuziosamente le emozioni più profonde di personaggi coinvolti in situazioni a noi familiari, ma anche perché i numerosi eventi collaterali (workshop di Haiku, origami, sfibrai, conferenze sul te, la lettura dei ching ecc.) ci avvicinano ad un mondo che conosciamo spesso da fonti indirette.

Udine, alla 19° edizione del FEFF, ambisce a diventare il più significativo avamposto europeo di cultura asiatica e qui affluiscono da anni cinefili e operatori di tutte le età e nazionalità.

In questo micro-mondo eterogeneo anche le star, dopo le luci dei riflettori, sembrano mescolarsi con naturalezza tra la folla, e i giovani volontari, preposti all’accoglienza del pubblico, sono velocissimi nella distribuzione del cartellino di voto prima dell’inizio di ogni film.

L’offerta vastissima varia dalla commedia noir al melodramma, dall’horror ai film d’azione, ma tanta acqua è passata sotto i ponti (di Hong Kong e non solo) dai grandiosi combattimenti di Bruce Lee. Anche nei film meno ”impegnati” i duelli sono sempre più psicologici, sia perché scelti da selezionatori occidentali, sia per gli effetti sociali della globalizzazione.

Gli occhi di tanti bambini ci raccontano le difficoltà di famiglie allargate, anche ai transgender, la precarietà delle relazioni che determina fallimenti, degenerazioni e psicodrammi.

Tutta un’altra musica, però in lingua coreana, cinese o giapponese (i film sono sottotitolati sia in inglese che in italiano). Sarà questo il motivo di tanto successo?