Abbiamo Fede dal “Corriere della Sera” del 27.07.17 di M.Gramellini
Gli aggettivi per definirla sono finiti da tempo e molto prima di lei, che non finisce mai. Come Valentino Rossi, come Roger Federer, come tutti i fuoriclasse che sono tali proprio perché hanno un’ossessione nel cuore. Non a caso le sue prime parole dopo l’impresa sono state: «Mi sento finalmente in pace con me stessa». I tecnici ci spiegheranno le ragioni per cui Federica Pellegrini ha vinto la sua terza medaglia d’oro mondiale sulla soglia dei trent’anni e contro una nuotatrice più giovane e forte. Ma noi che tecnici non siamo, e nelle gesta dei campionissimi cerchiamo qualche suggestione utile alle nostre piccole maratone esistenziali, siamo rapiti dalla personalità di questa donna.
Una donna completa, che ha modellato il suo corpo da atleta senza mai rinunciare a essere femmina e con un carattere capace di fragilità improvvise e altrettanto improvvisi recuperi, come quello che ieri l’ha vista rimontare in una manciata di metri dalla quarta alla prima posizione, riportando alla memoria dei meno giovani la vittoria olimpica di Pietro Mennea. Vivere in rimonta è la condizione di coloro che, non sapendo che certe cose sono impossibili, riescono a farle. C’è un momento durante la gara in cui senti di avere esaurito le forze, ha raccontato una volta Alex Zanardi. L’atleta normale si lascia andare. Il campione invece fa ancora un passo, una bracciata, una pedalata. E ritrova magicamente le energie che immaginava perdute. Funziona nello sport e persino nella vita. A qualsiasi età.