le sorprese non finiscono mai

25 luglio 2017 di: Fortunata Pace

Qualche sera fa, una sorpresa niente male: un Luigi Di Maio amabile, contenuto, ben lontano da attacchi frontali, in larga misura accomodante. Enrico Mentana lo incalzava con palese soddisfazione e l’aria sorridente del buon padrino di cresima che incoraggia il buon figlioccio nel gioco di un bersaglio più immobile che mobile. Ci si chiedeva, ascoltandoli, quale fosse ormai la svolta di un movimento come i cinque stelle che sin dal suo sorgere si è attestato su ben altri binari e del suo bruno cavaliere senza macchia e senza paura che forse aveva incontrato sul suo cammino un prete intelligente e autorevole o un mentore esperto in sociologia … politica!

Inutile o lievemente prematuro avanzare congetture. Ma gli avversari del M5S non apparivano più mostri da porre al rogo, semmai personcine incapaci di un programma di governo che il Di Maio, incoraggiato da domande ad hoc, aveva ben chiaro che in una completa partitura darebbe luogo, per gli italiani, a una musica celestiale. E gli errori a volte marchiani del Movimento del Grillo Vaffa, dei suoi interventi a Bruxelles, delle pagine segnate in blu tra Napoli e Palermo, delle beghe giudiziarie accresciute da una improbabile sindaca Raggi, degli scontri dittatoriali all’interno di una coalizione che mette in rete le sue carte?

Tutto lontano, dimenticato grazie a quei bonus calati dal cielo cui vanno, mal per loro, privi altri partiti e altre coalizioni. Alle quali Di Maio sembrava non negare più tanto eventuali convergenze.

Non ci resta dunque che attendere che qualche nuovo scenario si apra subito dopo o anche subito prima elezioni. Un popolo italiano, tassato e tartassato a oltranza, resterà inerme malgrado qualche tentativo, o speranza, di un efficiente governo democratico che resti a ridosso dei suoi sogni.

 

 

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