dura lex, sed lex
Mario è un balordo, viene alle mani con sconosciuti e ciondola tra stazioni e treni su cui sale senza pagare il biglietto. Quando minaccia con un coltello chi glielo fa notare, viene arrestato e scarcerato in giornata. Mario si aggira sul piazzale della Centrale di Milano, provocando i conduttori dell’autobus con il solito coltello, che pianterà nella spalla dell’agente scelto Luca Barillari.
Per il gip di Milano la “condotta” di Mario rientra nella resistenza a pubblico ufficiale e “non travalica nel tentato omicidio” o nelle lesioni, reati contestati, insieme a porto abusivo d’arma e minacce aggravate, dal pm. Il gip ha convalidato l’arresto di Mario ma ha disposto la sua scarcerazione. Per il giudice, infatti, si può ipotizzare che la pena per i tre reati contestati non supererà i due anni e che l’uomo potrà avere la sospensione condizionale della pena, ragione per cui non si può applicare la custodia cautelare in carcere. Il giudice decide per la scarcerazione.
Io penso che il reato ci sia, invece, e che ce ne siano più di uno: tentato omicidio, turbativa dell’ordine pubblico, interruzione di pubblico servizio, porto abusivo d’arma da taglio. Il giudice non l’ha voluto vedere e l’ha derubricato.
Ebbene, Mario non si chiama Mario ma Saidou Momodou Diallo, ed è un migrante della Guinea in fuga dalla guerra civile e scampato a un naufragio. Ha tutte le carte in regola perché sia accolta la sua richiesta di asilo politico, ma ha dimostrato di essere una persona, a dir poco, inquieta. A dicembre era arrivato per lui il decreto di espulsione e a luglio di quest’anno un altro, a riprova che il primo era carta straccia e lo è stato anche il secondo.
Al momento della cattura ha dato in escandescenze gridando «Voglio morire per Allah», anche se per il giudice era la sceneggiata di uno psicolabile. Insomma il doppiamente espulso e doppiamente arrestato viene rimesso in libertà.
La legge è stata rispettata?
Se quest’uomo è socialmente pericoloso, indipendentemente dal colore della pelle, come si fa a tenerlo fuori? Ci sarebbero state delle alternative come arrestarlo, rieducarlo…e noi, invece continuiamo a tenerlo libero sperando e augurandoci che il suo coltello continui a colpire per ferire e non per uccidere.
Saidou Momodou Diallo non è stato punito, non importa che venga dalla Guinea e ritorni in Italia dopo ogni espulsione, non c’entra il colore della pelle, non siamo razzisti, siamo buoni, ma c’è una legge che dovrebbe essere uguale per tutti. In questo caso la notizia non può che contribuire ad aizzare sentimenti di discriminazione.