il teatro off è rinato e attira
Teatro “agli Archi”, non ne conoscevo l’esistenza prima di metterci piede, l’altra sera, in compagnia di un amico attore, invitato ad assistere all’esibizione di un’allieva.
E’ una specie di scantinato nei pressi di Piazza Ignazio Florio, freddissimo d’inverno, mi dicono, con pochi posti a sedere per un pubblico di tutte le età, forse più affezionato ai giovani attori che al teatro, simile a tanti altri posti off, disseminati in tutta Italia, culla di nuovi talenti e sperimentazioni.
E in questi spazi angusti, privi di ogni scenografia, a parte un paio di sedie, in una sera d’estate riappare la magia, risuonano i gustosi battibecchi di Molière, le astiose accuse di madri e figli nel Gabbiano di Cechov e nel pellicano di Strindberg, gli strazianti monologhi di Pirandello e Garcia Lorca, solo per citare alcuni tra i pezzi proposti.
Non tutti i giovani attori erano ugualmente bravi, bisogna ammettere, ma senz’altro ammirevole la serietà con cui tutti si sono presentati sul palcoscenico, pronti a dare il meglio di sé per un provino che nel migliore dei casi li avrebbe fatti accedere ad un’Accademia di Teatro di sicuro impegno, con la chiara prospettiva di un futuro incerto.
Per tutti, attori e spettatori, sembrava contare solo quel momento speciale, in cui testi di antica e confusa memoria tornavano a prendere corpo e voce in uno spazio senza tempo, seguitando con fermezza ma senza strepito le nostre tradizioni culturali più nobili. Malgrado la storia, le crisi ambientali, tecnologiche, geopolitiche. Comunque. Anche a Palermo, la città dei Beati Paoli e di Emma Dante.
Grazie Rita per questa esperienza condivisa con noi. Ci fai riflettere sul fatto che il teatro racchiude il passato, il presente e il futuro. C’è sempre stato, c’è e ci sarà grazie agli appassionati, alla gente di teatro, ideatori ed esecutori: attori, ballerini, cantanti, autori, registi….