intransigenza, usarla quando e dove serve

6 settembre 2017 di: Ornella Papitto

Sotto i nostri occhi, accanto a noi, osservo azioni di intolleranza nei riguardi degli immigrati, ma non solo, come se fossero un’unica entità.

Azioni di intolleranza accadono anche nei riguardi dei bambini, delle donne, delle persone omosessuali e di chi ripone fede in fedi differenti da quella cattolica.

Un’ampia diffusione dell’intolleranza alla quale, però, non si deve rispondere con la tolleranza, altrimenti i tolleranti saranno fagocitati dagli intolleranti, dagli integralisti.

Tempo fa, dialogando, tramite FB, con Vera Pegna, lei usò la parola “intransigenza”. Me ne innamorai subito e capii che nei confronti dell’illegalità e dell’intolleranza occorreva essere intransigenti. Non transigere per nessuna ragione.

Ritengo che sia un’ottima scelta perché la tolleranza non lo è assolutamente. È perdente.

Così, di fronte a qualsiasi azione che infrange i diritti umani, la risposta è l’intransigenza. Intransigenti contro ogni forma di prepotenza, contro il razzismo, il fascismo e il nazismo che sono l’esatto contrario della Democrazia e solo la Democrazia può garantire la difesa dei diritti umani che, non stranamente, riguardano le persone indifese, escluse, impossibilitate a potersi difendere da sole.

Il rispetto per la Democrazia è il rispetto per l’essere umano, con le sue differenze quindi, chiunque minacci di annullare le differenze culturali (non sotto-culturali), religiose, sessuali, deve essere trattato in maniera intransigente. Non tollerare e non transigere e sopratutto lo pretendo dalla Politica che, purtroppo, da tempo ha smesso di garantire la difesa della vittima a favore del carnefice.

La Giustizia è vittima, anch’essa, delle decisioni politiche.

Maggiore chiarezza nell’obiettivo delle leggi, e intransigenza contro i carnefici dei diritti umani e della Democrazia.

 

 

 

 

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement