la città che sogna i suoi fiumi interrati
Bella, suggestiva ed interessante la mostra sui Fiumi a Palermo, che ha restituito a turisti e cittadini il profilo storico della città, quasi la sua stessa ragion d’essere.
E’ stato divertente seguire il filo acustico dell’acqua nel centro storico, grazie all’istallazione di Alessandro Librio, immaginare il corso dei fiumi Kemonia, Papireto e loro affluenti, ben tracciato nelle mappe settecentesche esposte all’Archivio Storico, rileggere i nomi storici di Isnello, Scozzari ecc. che hanno segnato la storia della città, riscoprirne i confini originari, tra mari e monti, visitarne i quartieri più vitali, dal Cassaro alla Kalsa, passando per il Capo, Piazza Beati Paoli, la Vucciria, dove la storia si intreccia alle visioni leggendarie.
La città com’era una volta, con i suoi misteriosi meandri, antichi ricettacoli di malavita, secondo Luigi Natoli ed altri letterati, con le sue strutture sovrapposte che potrebbero raccontare tante storie, proprio come oggi, quando i graffiti, lasciati sui muri da artisti di passaggio, ci mostrano uno strano mondo sotterraneo che sembra emergere dai boccaporti disegnati da Damiani Almeyda nella sua sala all’Archivio Comunale, dove sono sparite, per ragioni di sicurezza, le scale volanti che permettevano l’accesso ai volumi custoditi negli scaffali dei piani intermedi.
“E’ tutto finto, tutta una farsa” ci urla dietro un abitante della Vucciria, mentre seguiamo il percorso dei fiumi, “dovreste essere qui alle 3 di notte per vedere cosa c’è…!” e ci immaginiamo queste figure mostruose che escono dai muri e svolazzano tra una scala e l’altra rincorrendosi, come in qualche scena di Palermo Shooting, girato qualche anno fa da Wim Wenders, uno che di visioni se ne intende di certo.
Inquietante ed affascinante l’immagine di Palermo che emerge dall’articolo. Un misto di “tema e desire” come direbbe quel nordico di Alessandro Manzoni.
Un’ottimo articolo si sente il rumore e il “profumo” dell’acqua.
PURTROPPO SOLO CON LA FANTASIA