Pioggia e lacrime per ‘Acquadicielo’ Così Palermo ricorda Burruano da “LiveSicilia”" del 12.09.17 di Roberto Puglisi
Acqua di cielo, piove su Palermo. “Acquadicielo… Che ti ha detto il vecchio? Dall’altro lato della montagna patate, come si dice a Palermo, Acquadicielo? Se tiri troppo la corda, arriva il giorno che si rompe… E si è rotta per te, Acquadicielo… Questo è il finale per te Acquadicielo… Patate…”.
Piove sulla memoria di Gigi Burruano, inventore di poesia, uomo dall’anima dolcissima, protetta da una superficie di carta vetrata. Piove sugli errori e sulla meraviglia, sulla coltellata e sull’incanto. Per certi uomini, che sono grandi nella misura in cui restano piccoli, la vita si narra con la stessa stoffa della letteratura, con la metrica di un verso inafferrabile. Chissà quanto amava e quando odiava, Luigi Maria Burruano, questa Palermo che si smemora e che ricorda troppo tardi. Questa città che cammina, noncurante, sulla bellezza di cui trabocca.
Ma, dal cordoglio, quello istituzionale e quello semplice, emerge il brivido di un affetto sincero. Scrivono in tanti. E in tanti piangono, perché non si capacitano di un’assenza, perché tutti pensiamo che una presenza, seppure discosta, debba essere sempre lì, a portata di mano e di cuore….
…Scrivono. Piangono. Con lacrime vere, di dolore e carta vetrata. E sono veri, non recitano. E tu non capisci più dove finisce l’acqua e dove comincia il cielo.