mi piaci, Merkel
Mi piaci, Merkel. Mi piace la fermezza gentile con cui tieni fede ai tuoi impegni. L’accoglienza è una cosa seria e va fatta anche a costo di perdere il 9% dei voti alle legislative, retrogusto amaro di una vittoria che ti rende cancelliera per la quarta volta. Mi piaci perché la tua fermezza gentile mi ricorda un’altra grande donna della politica, Rosy Bindi. Lo dico nonostante la mia storia e le mie posizioni a sinistra mi rendano spesso distante dal vostro modo di vedere le cose.
La stima che ho per te, Merkel, si accompagna alla spiacevole constatazione nata dall’aver visto la Germania dell’Est premiare la destra xenofoba. Per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’AFD riesce infatti ad entrare nel Bundestag con una novantina di deputati e ad offrirle il 12,6% sono soprattutto gli elettori dell’area ex comunista.
Non è la prima volta che i Paesi europei ad ex regime comunista scelgono le posizioni più reazionarie, soprattutto quando ad entrare in gioco è la questione delle migrazioni. Dalla Bulgaria alla ex DDR fino alla Polonia dalla linea rigidamente nazionalista, l’Est Europa fa fatica a districarsi dalle maglie della xenofobia, dimostrando quanto un regime totalitario, nonostante sia ispirato alla più bella delle utopie, possa spesso rendere sudditi più che cittadini coscienti.
La vera sfida di oggi è la creazione, in tutta Europa, di una democrazia reale, concetto oggi difficile da capire e assimilare. Per questo, Merkel, comincia per te la legislatura più difficile, la più dura di tutte. Il voto tedesco ha inoltre mutato gli scenari europei e tutti i nazionalismi e le xenofobie escono un po’ più forti di prima. E allora, avanti, Merkel, avanti tutta! Perché la democrazia e l’accoglienza sono strade difficili da percorrere ma restano le uniche, vere, soluzioni alla complessità di un mondo che cambia.
Mi piaci, Gilda. Bell’articolo