L’ignoranza non è vergogna?
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” affermò Primo Levi in Se questo è un uomo e mai più d’ora questa affermazione sembra ciò di cui abbiamo bisogno. I fatti di Roma, dove è stata usata la foto di Anna Frank per offendere gli avversari, insieme a quelli di Marzabotto, dove un giocatore ha esultato per un goal con il saluto romano, indossando una maglietta della Repubblica di Salò, dovrebbero far riflettere. Il calcio e lo sport in generale sono sì importanti, ma non devono essere confusi e soprattutto usati per inviare dei messaggi d’odio e d’ignoranza, poiché solo una mente che non conosce la storia, può usarla male e a cuor leggero, mettendo in cattiva luce se stesso e la squadra per la quale tifa o che rappresenta. Avendo, il calcio, un’importanza non indifferente a livello mediatico, riflette anche e soprattutto la società nella quale viviamo e su di essa ha un’influenza non indifferente. Una società che sembra interessata ai vecchi miti della storia, senza, effettivamente, conoscerne tutte le sfaccettature, senza, effettivamente, conoscere il proprio passato. Sembra che la cultura stia sparendo e stia lasciando spazio ad un’accozzaglia di ideologie prese qua e là, che sembrava fossero estinte e che alimentano il clima di intolleranza verso il prossimo, in particolar modo, il diverso, che sta seguitando a crescere. Clima che viene prepotentemente alla luce quando alcuni politici, commentando la sconfitta della nazionale italiana contro la Svezia danno la colpa al quantitativo di stranieri inseriti in squadra. Peccato, che tutti i giocatori della nazionale italiana, secondo le regole FIFA, debbano essere cittadini del nostro Paese o nati sul territorio italiano o avere uno dei genitori o uno dei nonni di nazionalità italiana o aver vissuto per 5 anni ininterrottamente nella nostra nazione, dopo aver raggiunto la maggiore età. Se si prendesse, quindi, in considerazione il significato etimologico della parola straniero ossia extraneus, non sembrerebbe proprio che questi ragazzi siano esterni al nostro paese. Probabilmente, si dovrebbe provvedere a spendere molte più risorse per l’istruzione e l’educazione, in modo che, sin da piccoli, si possa imparare ciò che è stato, per evitare che diventi ciò che sarà.
Concordo in pieno con la tesi sostenuta dall’articolo. L’ignoranza è si vergogna, soprattutto quando deriva da un sistema scolastico non adeguato, dalla società e dalla cattiva informazione che riduce a semplici stereotipi fatti storici importanti. Credo che ognuno di noi dovrebbe cercare di informarsi bene su ciò che è stato in modo da ridurre questi episodi ed essere consapevoli quando accadono.
Il depauperamento della scuola pubblica e la riduzione delle risorse investite nell’educazione e nella cultura rientrano in un processo ben preciso e che va al di là delle esigenze di bilancio. Un processo reazionario che mira a cancellare i progressi dell’umanità, quelli veri, quali l’affermazione e il riconoscimento dei diritti universali, l’uguaglianza e la giustizia sociale, la libertà nel rispetto dell’altro. Le idee e le ideologie non sono tutte uguali: vi sono ideologie che si basano sull’ignoranza e la superstizione, altre che nascono dalla conoscenza e dalla cultura. Le prime sono più semplici ed asservite al controllo da parte dei più forti, le seconde nutrono e sono nutrite dalle lotte per l’emancipazione dei più deboli. E’ nostro compito contrastare il processo che sta portando oggi alla prepotente riaffermazione dei fascismi e del razzismo, studiando, impegnandoci, non lasciando che gli eventi passino come inevitabili.
Concordo con quanto sostieni, grazie di essere intervenuto.
Nel tuo articolo hai usato una definizione che mi sembra molto appropriata: accozzaglia di ideologie prese qua là. E’ infatti drammatico che certi simboli siano presi dai più giovani, che non hanno alcuna memoria né consapevolezza storica, solo come aspetti “folkloristici” di provocazione Questo non ne diminuisce certo la gravità, tanta ignoranza fa paura! Riporto una cosa sentita in tv tempo fa e che non faccio fatica a credere. Una madre, la cui figlia frequentava una scuola dedicata ad Anna Frank, pare che ebbe a dire che andava alla Anna Falchi!!!….. cos’altro ci dobbiamo aspettare?