Solo per i tuoi occhi dal “Corriere della Sera” del 18.11.17 di Massimo Gramellini
Bisogna resistere alla tentazione di giudicare la madre naturale di Luisa Velluti, giovane parrucchiera bellunese che per anni ha cercato di entrare in contatto con lei e, dopo essersi affacciata a «Chi l’ha visto?», ha ottenuto finalmente una risposta, purtroppo non quella che sperava. Bisogna resistere e non è facile, perché la madre ha respinto l’invito di Luisa scrivendole queste parole: tu per me sei il simbolo della violenza che ho subito, ricordo ancora i suoi maledetti occhi azzurri, abbi rispetto per il mio dolore e la mia solitudine. A chi guarda da fuori sembra disumano che una madre — anche se sola, anche perché sola — non muoia dal desiderio di abbracciare sua figlia a trent’anni dal trauma che le scardinò la vita. E sembra ancora più disumano che, per giustificare la sua decisione, senta il bisogno di ribadire alla ragazza le modalità atroci del suo concepimento, trasformando quegli occhi azzurri in un marchio di infamia. Ma chi giudica tende a immedesimarsi nella figlia, la seconda vittima. Mentre della prima si sa soltanto il poco che ha svelato nella lettera, non gli incubi e i tormenti che nel tempo le avranno indurito il cuore. La figlia avrebbe preferito che sua madre le dicesse certe cose guardandola negli occhi. Ma è proprio quelli che non voleva guardare. Luisa può solo rispettare la sua scelta. Felice di essere venuta al mondo, nonostante tutto.