Il fattore umano dal “Corriere della Sera” del 15.12.17

15 dicembre 2017 di: Massimo Gramellini

Tiziana Siciliano è pubblico ministero nel processo in cui si contesta al radicale Cappato di avere aiutato ad andarsene Dj Fabo, cieco e tetraplegico. Nessuno può dire se, in cuor suo, la pensi come Cappato o piuttosto come Giovanardi, che ancora ieri, poco prima che il Senato approvasse la legge sul testamento biologico, si affannava a spiegare che Eluana Englaro era morta godendo di discreta salute. Ci basti sapere che, nel processo in corso a Milano, Tiziana Siciliano rappresenta le ragioni dell’accusa. Eppure il ruolo di controparte non le ha impedito di soccorrere con un fazzoletto la mamma di Dj Fabo durante la sua testimonianza straziante. Né di scoppiarelei stessa a piangere, mentre scorrevano le immagini dell’agonia di Fabo e le ragioni della sua scelta: «Mettiti una benda davanti agli occhi, fatti legare mani e piedi al letto, e potrai capire che cosa sto provando».
Le battaglie ideologiche hanno il difetto di attardarsi nel cielo delle astrazioni. Ma appena si incarnano in una storia, tutto cambia: si smette di pensare e si comincia a sentire. Se il pensiero divide, la sensazione unisce. E suggerisce ciò che in fondo tutti pensano, forse persino Giovanardi: togliersi la vita per capriccio è un arbitrio inaccettabile; farlo per porre fine a una condizione di dolore senza sbocchi è una forma di dignità. Le lacrime della pm milanese, rappresentante di uno Stato da cui per una volta mi sento pienamente rappresentato, non sono un cedimento alla politica, ma all’umanità.

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