L’Europa teme i costi della nostra fragilità da “La Stampa” del 17.01.18

17 gennaio 2018 di: Marta Dassù

…Il nostro Paese deve evitare due errori di valutazione speculari. Da una parte, non deve illudersi che il caso dell’Italia sia vissuto dal resto d’Europa come un rischio esistenziale per l’Ue e che quindi sia possibile trasformare la propria debolezza in forza contrattuale: al di là delle parole di Pierre Moscovici (Commissario agli Affari economici dell’Ue) sul rischio politico insito nelle elezioni italiane, nessuno dimostrerà alla prova dei fatti una particolare indulgenza. I costi della fragilità italiana ricadrebbero anzitutto su di noi. D’altra parte, e all’opposto, l’Italia non deve sottovalutare la sua rilevanza su alcuni dossier che possono spostare gli equilibri nell’Ue: assetto dell’area euro, gestione dei flussi migratori, difesa e sicurezza. Fra illusioni sulla propria debolezza e sottovalutazione della propria forza, rischia di perdersi il punto centrale: l’Italia deve essere in condizioni di giocare la sua partita non nell’Europa di ieri, che sta tramontando, ma in quella in cui vivremo domani, che si sta configurando.

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