Il riscatto dei giornali di carta, più credibili nella descrizione della Storia che accelera da “La Stampa” del 24.02.18
…E credo che alla genesi di questo fenomeno vi sia la coincidenza fra due elementi. Da un lato il dilagare delle «fake news» sui social network ha indebolito la credibilità di giganti digitali come Facebook come anche di motori di ricerca che offrono troppo spesso notizie non verificate. Dall’altro l’entità delle trasformazioni in corso nelle democrazie industriali, con l’attenzione crescente per temi come diseguaglianze economiche, migrazioni di massa e terrorismo jihadista che spingono un crescente numero di persone a cercare informazione qualificata ovvero capace di spiegare l’entità dei cambiamenti.
Se a ciò aggiungiamo che le recenti elezioni politiche e referendum in più nazioni – dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dalla Francia alla Germania fino all’Austria ed alla Spagna – hanno prodotto sensibili novità non è difficile arrivare alla conclusione che per i singoli l’informazione di carta è spesso un prezioso punto di riferimento. Soprattutto se si tratta di quotidiani che si acquistano e conoscono da tempo, con i quali c’è un rapporto consolidato nel tempo. Ciò non deve portare tuttavia a trarre la conclusione che il digitale è in declino. È vero l’esatto contrario: le piattaforme digitali sono destinate ad attrarre un crescente numero di lettori ma per rispondere a tale domanda dovranno attingere all’informazione prodotta dai giornali di carta. Perché quando la Storia accelera è la qualità che fa la differenza nel rapporto fra giornali e lettori.